Se c'è qualcosa che Mario Draghi si sente chiedere più spesso da quando è diventato presidente del Consiglio è di fare "un cambio di passo" sulla campagna vaccinale. Al ritmo di somministrazioni attuali l'Italia vedrà l'immunità in un lasso di tempo troppo ampio, che potrebbe anche causare la formazione di nuove varianti resistenti. In più, ogni giorno ci sono ancora diverse centinaia di molti e decine di migliaia di nuovi contagiati per una terza ondata che ha richiesto ancora un lockdown per il Paese. Mario Draghi non è un esperto di comunicazione e questo si è capito, ma è un uomo che ama parlare con i fatti e così, senza conferenze stampa a reti unificate, ieri è stato reso noto il nuovo piano vaccinale.
Mario Draghi poche settimane fa ha "consigliato" a Domenico Arcuri di rassegnare le sue dimissioni da commissario straordinario per l'emergenza coronavirus e al suo posto ha messo un militare, il generale Francesco Paolo Figliuolo, uno dei maggiori esperti di logistica dell'Esercito Italiano. L'obiettivo dichiarato di questa sostituzione era uno: fare il famoso cambio di passo con le vaccinazioni. Il graduato non ha deluso le aspettative e così in poco tempo ha messo a punto un piano vaccinale che porterà le somministrazioni dalle attuali 170mila giornaliere fino ad arrivare a 500mila dosi somministrate quotidianamente. Un risultato pretenzioso, forse, ma raggiungibile se si lavora sui due nodi principali della vaccinazione: approvvigionamento e distribuzione.
Con il documento del governo, il team di Mario Draghi ha chiarito quali saranno i prossimi passi e obiettivi: "Ad oggi sono state approvvigionate 7,9 milioni di dosi, che si raddoppieranno entro le prossime tre settimane. Entro la fine di giugno è previsto l’arrivo di altre 52 milioni di dosi circa, mentre ulteriori 84 milioni sono previsti prima dell’autunno". A riserva, per ogni eventuale evenienza, nel piano vaccinale è previsto che l'1,5% delle dosi approvvigionate dovranno essere stoccate per improvvise emergenze. Per la somministrazione, invece, è previsto il coinvolgimento massiccio dei medici di base, degli odontoiatri e degli specializzandi: dovrebbero essere circa 127mila in questo modo i professionisti coinvolti. Se non dovessero bastare, Francesco Paolo Figliuolo ha previsto l'impiego anche dei medici sportivi e dei farmacisti. Un esercito di medici pronto a scendere in campo nei 1.733 punti vaccinali ma anche nei "siti produttivi, le aree della grande distribuzione, le palestre, le scuole, le strutture di associazioni e della Conferenza Episcopale Italiana".
Per la distribuzione nelle singole città è stato deciso di affidarsi ai mezzi delle forze armate ma anche a quelli di Poste Italiane e dei corrieri privati, che dovranno portare a destinazione 15.690.
000 fiale nel primo trimestre, che diventeranno poi 52 milioni, poi 84 milioni e infine 40 milioni a fine anno. Se il piano vaccinale progettato da Francesco Paolo Figliuolo dovesse funzionare, il 70% degli italiani verrebbe immunizzato tra l'8 e il 15 settembre e l'80% entro fine settembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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