Abbiamo scritto questa mattina del caso di Giovannino, il bimbo nato con l’Ittiosi Arlecchino all’ospedale Sant’Anna di Torino, dove è stato abbandonato dai suoi genitori poco dopo la sua venuta al mondo. Il piccolo soffre di una malattia grave e rara e al momento incurabile, che spaventa anche possibili e future famiglie adottive.
La cheratosi fetale diffusa è una disfunzione congenita della cute: chi ne soffre subisce una variazione della pelle. In sostanza, l'epidermide si squama in numerose placche a forma di quadrato o rettangolo che per l’appunto ricordano il costume della maschera della commedia dell'arte di Arlecchino. Tra due mesi il piccolo non potrà più essere accudito dal personale dell'ospedale torinese, che in queste settimane si è preso cura di lui.
Alla pubblicazione della notizia e al racconto della sua storia, però, qualcosa è successo. Già, perché un po’ a sorpresa è scattata una vera e propria gara di solidarietà. "Adottiamo noi Giovannino", il tam-tam partito online e sui social. Da quanto si apprende, infatti, il centralino del nosocomio è stato intasato di telefonate da parte di numerosissimi italiani, commossi per la storia del bambino abbandonato.
Negli ultimi minuti la Piccola Casa della Divina Provvidenza si è dichiarata disponibile ad accogliere Giovannino: il padre generale don Carmine Arice, ha scritto direttamente al bambino sulle colonne web di Avvenire.
Daniele Farina, direttore del reparto di terapia intensiva dell’ospedale, come riportato dal dorso torinese de La Repubblica, ha infatti dichiarato: "È stata un'esplosione di telefonate. Lui è pronto per andare a casa anche subito se si trova una famiglia, ma tutte le richieste devono passare dall'ufficio Casa dell'Affido del Comune di Torino. Gli italiani sono un popolo di grande cuore. Io ho grande rispetto per chi deciderà di prendersene cura perché questo comporta un grosso impegno".
Il dottore, commentando invece la scelta dei genitori di Giovannino di non riconoscerlo, ha dichiarato: "Per principio non giudico la scelta dei genitori di Giovannino. Gli hanno dato la vita, ora la famiglia gliela troviamo noi". Dunque, ha aggiunto: "Prendere la decisione di lasciarlo in ospedale è devastante.
Probabilmente hanno avuto paura di non riuscire a gestirlo, paura di non poter far fronte alle spese economiche".In prima linea anche la giunta regionale guidata da Alberto Cirio, che si è infatti messa a disposizione per trovare una sistemazione e una famiglia allo sfortunato infante.
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