La Corte di Cassazione ha confermato l'assoluzione di Filippo Marcello Tutino, accusato di essere stato il basista nella strage mafiosa di via Palestro, avvenuta a Milano il 27 luglio del 1993.
La Dda di Milano aveva indagato sulla vicenda, sostenendo che Tutino avesse partecipato al furto dell'auto che, imbottita di esplosivo, venne posizionata davanti al Padiglione d’Arte contemporanea della Galleria d'arte moderna in via Palestro. Un agente si accorse della Fiat Uno parcheggiata e notò del fumo che vi fuorisiva. L'intervento dei vigili del fuoco non servì, però, a fermare la bomba, che eplose, uccidendo cinque persone e ferendone altre dodici.
Secondo l'accusa, oltre ad aver partecipato al furto della macchina, Tutino avrebbe anche fornito supporto logistico agli esecutori della strage, grazie al quale sarebbe stato riabilitato da Cosa Nostra, dalla quale era stato allontanato a seguito di uno sgarro.
Nel gennaio 2014, l'uomo era stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare, mentre si trovava in carcere a Opera, con l'accusa di strage pluriaggravata dalle finalità di terrorismo e di aver favorito Cosa Nostra.
Ora, la sesta sezione della Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura generale di Milano, confermando in via definitiva la sentenza della Corte d'Assise del giugno 2015, che aveva assolto Tutino, come aveva riportato il Giornale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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