Il rapper Aldo Maria Romboli ha confessato di essere stato lui a dare la dose letale di metadone a Flavio e Gianluca, i due 16enni trovati senza vita nei loro letti. Si tratta di un ultrà della Ternana, tossicodipendente e dichiaratamente antifascista, spesso ospite dei centri sociali e delle manifestazioni.
Il 41enne di Terni ha confessato di aver venduto la dose letale ai ragazzini. I ragazzi sono morti la notte dello scorso 7 luglio dopo aver preso il metadone, credendo di aver assunto codeina, conosciuta nell’ambiente come la droga dei trapper. Ieri il Gip di Terni ha convalidato il fermo. Come ha riportato Il Primato Nazionale, si tratta di un rapper, il cui nome d’arte è Kongram, spesso ospite d’onore di eventi nel centro sociale Csa Germinal Cimarelli e a sostegno della squadra calcistica “Primi della strada”. Ma la sua carriera di ospitate non si ferma qui.
Il rapper di sinistra che spaccia ai minorenni
Il pusher-rapper è stato ospite anche di manifestazioni musicali, come per esempio il Cantamaggio ternano del 2016, che aveva come sponsor il Comune e la Regione Umbria. Dichiaratamente di sinistra e altrettanto combattivo contro la destra e, in particolare contro CasaPound. In alcune interviste ha spiegato di essere antifascista nella maniera più totale. Insomma, il suo profilo non lascia dubbi: è un rapper antifascista che odia CasaPound, molto vicino ai centri sociali, in teoria inserito nelle dinamiche culturali della città. In pratica è però un tossicodipendente che fa ospitate in varie manifestazioni, dove tra una canzone e l’altra spaccia dosi di metadone a minorenni.
Metadone invece di codeina
Dall’ordinanza emessa dal Gip Barbara Di Giovannantonio, Romboli ha ammesso di aver “venduto un po' di metadone per ricavare i soldi a lui necessari per l'acquisto di cocaina”. Flavio e Gianluca sono morti per soli 15 euro. Facile per un ex tossicodipendente riuscire ad avere il metadone. Come da lui stesso spiegato gli viene fornito presso il Sert. Da quanto emerso durante l’interrogatorio, non era la prima volta che lo spacciatore vendeva metadone ai due ragazzini, lo aveva fatto anche a giugno. “Quella volta però l'indagato aveva detto loro che si trattava di codeina e non di metadone” ha spiegato al Gip, mentre l’ultima volta aveva detto che si trattava di metadone.
Gli amici delle due vittime però smentiscono le sue parole. Secondo questi infatti i Flavio e Gianluca non si erano fermati a giocare con loro a calcio perché già si sentivano male, a causa “della codeina comprata da Aldo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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