Nessuno sapeva, tutti sussurravano. La provincia profonda ripropone luoghi comuni che sfidano la contemporaneità liquida e forse hanno fondamenta profonde, quasi inestirpabili. In un impasto di perbenismo e ipocrisia che pensavamo appartenessero ad un paese in bianco e nero, magistralmente raccontato nei film della commedia all'italiana.
Quella di Vignale di Traversetolo è però una tragedia, una doppia tragedia che era stata sigillata nell'involucro rassicurante di una personalità indecifrabile, sfuggente ma capace di fare tutto da sola e di nascondere ogni indizio non di una ma di due gravidanze,
Ma è davvero andata così? Gli arresti domiciliari, concessi ora dal giudice dopo un primo, forse frettoloso diniego, fanno capire che il racconto della giovane senza complici, in grado di sfoggiare la pancia miracolosamente piatta per nove, anzi diciotto mesi e artefice di ricerche diaboliche su internet, forse non quadra.
Un paese piccolissimo, un pugno di giovani che si frequentano un giorno sì e l'altro pure, le amiche inseparabili di Chiara, la ragazza apparentemente perfetta che invece sembra uscita da una favola oscura dei fratelli Grimm.
Stupore. Meraviglia. Occhi spalancati. Nessuno imaginava niente. Sarà proprio così?
Al Tg1 una testimone, naturalmente anonima, afferma che al bar gli avventori commentavano la gravidanza della fidanzatina. Mormorii che qualcuno cataloga alla voce veleni, ma il microcosmo di un mondo piccolo, come l'avrebbe battezzato Guareschi, si nutre di voci, chiacchiere che acchiappano verosimiglianze, o forse frammenti di verità. Al tavolo del caffè già a Pasqua, secondo questa versione, giravano sospetti.
Esagerazioni? Chiara ha giocato a scacchi col destino in solitudine? I bollettini ufficiali registrano lei e solo lei all'opera. Nessuno ha captato segnali che era davvero difficile non cogliere? La sera del secondo parto e dunque della morte del piccolo, il fidanzato dorme con lei. Anche lui non aveva notato nulla? Né in quel momento nè prima?
La madre di Chiara viene intercettata mentre le chiede se abbia avuto un'emorragia. Il padre invece nota i tappetini macchiati di sangue. Tutti si accontentano delle spiegazioni rassicuranti della figlia che depista e cancella problemi e inquietudini. Davvero è complicato credere che la ragazza, pur corazzata e schermata, abbia messo nel sacco tutti. O forse qualcuno nel sacco dell'inconsapevolezza ci si è infilato da solo, chiudendo gli occhi su quel che affiorava.
Non è questo e non vuole essere un giudizio, ma semmai una constatazione. La provincia nasconde, copre, alimenta segreti blindati e feroci indiscrezioni. La reputazione è un avatar che spesso si allontana dall'originale e non si incolla sulla personalità di chi ne è titolare. Pensavamo che certi modelli del Dopoguerra fossero ormai nell'archivio di una società disgregata e frammentata, ma invece non è così.
Paesi che sembrano presepi ma poi presentano il conto. La cronaca nera e i suoi retroscena. Come ad Avetrana.
Dove Sarah scompare, mezza famiglia Misseri partecipa all'agghiacciante occultamento del corpo, nessuno sa nulla, anche se qualcuno forse ha intuito qualcosa e alla fine il fioraio va a dire agli investigatori che lui non aveva visto la scena del rapimento, come era giunto all'orecchio dei militari, ma l'aveva sognata. Si, era solo un sogno.Sarebbe sbagliato generalizzare, sarebbe un errore ridurre tutto all'imprevedibilità luciferina di una giovane che si mimetizzava nella routine degli aperitivi e delle sedute dall'estetista.
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