Chieti, esperimenti sul comportamento dei detenuti: scoppia la polemica

I test hanno l'obiettivo di valutare le risposte comportamentali dei detenuti sottoposti ad un determinato stimolo. Ira di Rifondazione: "Così sono delle cavie..."

Chieti, esperimenti sul comportamento dei detenuti: scoppia la polemica

Bufera sul protocollo d'intesa firmato da Gianmarco Cifaldi, garante regionale abruzzese dei detenuti, con l'università d'Annunzio e la casa circondariale di Chieti, volto a valutare le risposte comportamentali dei detenuti sottoposti ad un determinato stimolo. Il progetto verrà svolto in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Giuridiche e Sociali nella persona dello stesso Cifaldi, del Dipartimento di Scienze Mediche, Orali e Biotecnologichee del Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche.

L'iniziativa non è stata condivisa da tutti e non sono mancati malumori. Infatti ha scatenato l'ira da parte di Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione: "Siamo di fronte alla palese distorsione del ruolo che dovrebbe avere il garante che non è certo quello di retribuire un professore già stipendiato dall'Università per emulare Cesare Lombroso". Ha voluto ricordare che tra i vari compiti assegnati dalla legge al garante "non c'è quello di trasformarli in cavie! Ho lottato per anni affinchè si istituisse il garante affinchè qualcuno si occupasse degli ultimi".

Il progetto

Il test in questione, come riportato da ChietiToday, sarà diviso in tre fasi: nel corso delle registrazioni posturo-stabilometriche e termografiche, il detenuto verrà sottoposto alla visione di immagini emotivamente significative ed emotivamente neutre; successivamente a un questionario di anamnesi medica e odontoiatrica; infine verrà testato col protocollo posturale del professore D'Attilio mediante una pedana posturo-stabilometrixa e termocamera.

Cifaldi ha fatto sapere che la ricerca è volta a "verificare i presupposti di un comportamento deviante mediante una metodica di stimolo-risposta attraverso una strumentazione non invasiva per verificare il grado di aggressività del detenuto". I medesimi test verranno effettuati su una popolazioe esterna eterogenea come gruppo controllo: in tal modo sarà possibile "verificare se c'è o meno un cambiamento posturale in soggetti dotati di una particolare aggressività in funzione di stimoli somministrati attraverso immagini visive utilizzando apparecchiature non invasive". Il confronto statistico tra il gruppo test e controllo e tra i vari esami "darà informazioni circa l'obiettivo del nostro studio".

Infine Maurizio Acerbo, tra l'altro anche promotore e autore della legge che nel 2011 istituì in Abruzzo la figura del garante dei detenuti, ha rivolto un invito piuttosto forte a

Cifaldi: "Con il massimo rispetto per il professor Cifaldi mi sembra che sia in una situazione evidente di conflitto di interessi. Si dimetta e poi presenti a un nuovo garante le sue proposte di sperimentazione".

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