Era il 14 novembre 1996 quando Christian Frigerio uscì di casa con la sua bicicletta nonostante la pioggia. Erano circa le 18. È l'ultima notizia del ragazzo allora 23enne, che viveva a Carugate, in provincia di Milano, con la mamma Anna Lia e il fratello Simone. Christian non tornò più a casa e di lui non si seppe più nulla. Una scomparsa che lascia la verità appesa a un filo ormai sottilissimo da 25 anni e che, dai morsi alle telefonate, sembrerebbe avere alcuni punti di contatto con le vicende legate agli ambienti delle Bestie di Satana. "Attorno alla setta sembrerebbe svilupparsi uno dei più grandi cold case della storia italiana che riguardano i giovani", ha spiegato a ilGiornale.it il criminologo Francesco Paolo Esposito, che da tempo si occupa di questa tematica e continua a svolgere indagini.
Dall'inquietudine alla scomparsa
Qualche tempo prima di sparire nel nulla Christian aveva perso il papà, travolto da un'auto pirata nel 1994. Per il ragazzo, la morte del padre fu un colpo durissimo, che lo portò a chiudersi in se stesso. Ma da quel dolore Christian si era ripreso: lavorava come operaio in un'impresa edile e conduceva una vita tranquilla. Poi, di nuovo, il cambiamento: l'angoscia, i rientri a tarda notte, degli strani segni sul corpo.
Secondo quanto raccontato dalla madre Anna Lia al criminologo Esposito, che ha fatto sentire l'audio del loro incontro a ilGiornale.it, tutto sarebbe iniziato ad agosto di quello stesso anno, quando Christian aveva accompagnato un amico in stazione. Quella notte però, durante il percorso a casa, il ragazzo era rimasto senza benzina e un passante lo aveva accompagnato a un distributore. Per sdebitarsi, Christian gli aveva offerto una birra e insieme si erano diretti verso il Midnight, un pub milanese diventato noto per essere stato uno dei luoghi frequentato anche dal gruppo delle Bestie di Satana. Sarebbero iniziate poco tempo dopo quella notte le stranezze che hanno accompagnato le ultime settimane prima della scomparsa di Christian, dai segni sul corpo e le telefonate ambigue, fino ai comportamenti quasi paranoici del ragazzo.
"Prima di uscire guardava dal balcone", ha rivelato Anna Lia Ferrarese, madre di Christian, che da 25 anni spera di far emergere la verità sulla scomparsa del figlio. Il 23enne sembrava preoccupato, tanto da andare in giro con dei cacciavite nella sacca che portava con sé, ed era diventato molto protettivo nei confronti del fratello minore, a cui chiedeva di rimanere in casa e di non uscire. Anna Lia racconta un episodio in particolare: una sera, rientrando in casa e non vedendo il fratello, Christian si precipitò a prenderlo all'oratorio. "A fine agosto era tornato cupo", racconta Anna Lia, che ricorda una telefonata in cui un certo Ozzy (corrispondente al nome in codice di Paolo Leoni) avrebbe cercato il figlio e dei segni che rimandano a prove di coraggio. "Ho visto un morso sulle spalle e bruciature di sigarette sulle mani", ha detto la madre di Christian al criminologo Esposito.
Nei giorni precedenti alla scomparsa Christian era sembrato più inquieto del solito, tanto che aveva telefonato al fratello, intimandogli di non muoversi di casa, forse preoccupato che potesse succedergli qualcosa mentre lui si trovava a Genova per lavoro. Anche il datore di lavoro del 23enne aveva notato che qualcosa preoccupava il ragazzo. Poi, una volta tornato a casa, la sera del 14 novembre 1996, Christian uscì di nuovo con la sua bicicletta, sotto la pioggia. E non fece più ritorno. Di lui si perse ogni traccia e nemmeno la bici venne mai ritrovata.
"Quando sono andata a fare la denuncia della scomparsa - ha raccontato Anna Lia - hanno pensato a un allontanamento volontario, mi dicevano che probabilmente sarebbe tornato dopo pochi giorni e che, in ogni caso, ne sarebbero dovuti passare almeno tre prima di poter sporgere denuncia". Per quasi otto anni non emersero elementi utili a sbrogliare il filo di preoccupazione, dubbi e angoscia, che si era attorcigliato intorno alla sparizione di Christian. Poche le speranze che potesse essere ancora vivo, ma nessuna evidenza che indicasse il contrario.
La scoperta degli omicidi delle Bestie di Satana
Il quadro sembrò cambiare con la scoperta, nel 2004, dell'omicidio di Mariangela Pezzotta, che fece emergere la storia delle Bestie di Satana e fece luce sulla scomparsa (avvenuta nel 1998) di Chiara Marino e Fabio Tollis, i cui corpi vennero ritrovati in un bosco di Somma Lombardo. "Un giorno, vedendo il tg - racconta Anna Lia - sento che raccontano delle Bestie di Satana, parlavano di messe nere, omicidi, prove di coraggio e mi rendo conto che sono tutte cose che avevo già sentito da Christian".
Mano a mano che emersero i particolari della vicenda, la donna rimase colpita da alcune coincidenze tra il comportamento di Fabio Tollis e quello di Christian, nei giorni precedenti la scomparsa. In particolare, Anna Lia ricorda di aver sentito nominare al figlio alcuni dei membri delle Bestie di Satana: oltre alla telefonata fatta da Ozzy, a cui Christian aveva risposto dopo un po' di indecisione con un "va bene", seguito da un'uscita improvvisa, il ragazzo avrebbe parlato di un certo Putiferio (soprannome di Massimiliano Magli).
Christian, inoltre, avrebbe nominato anche Guerrieri e accennato a un medium che avrebbe potuto aiutarlo a mettersi in contatto col padre: "Diceva che c'era un ragazzo che poteva farlo parlare col papà attraverso una seduta spiritica", ha precisato Anna Lia. Anna Lia rimane convinta delle minacce che il figlio avrebbe subito, probabilmente dovute a qualche omicidio al quale avrebbe assistito.
"Le telefonate, il ragazzo che andava a recuperare il fratello minore, il guardarsi intorno quando usciva, i morsi sono tutti elementi comuni tra i casi di Fabio e Christian", spiega il criminologo Esposito, che racconta anche di altre misteriose morti, che sembrerebbero legate agli ambienti frequentati dalle Bestie di Satana. "Mentre stavo indagando - racconta il criminologo - sono andato al cimitero per andare a trovare Andrea Bontade (una delle vittime, che venne indotta al suicidio, n.d.r) e ho chiesto a un ragazzo se sapesse dove fosse sepolto. E lui, convinto di portarmi nel posto giusto, mi ha accompagnato sulla tomba di un'altra persona, morta nello stesso modo e avvolta dall'ombra del gruppo".
Già nel 2008, Mario Maccione aveva rivelato agli inquirenti un numero molto più alto di omicidi, rispetto a quelli attribuiti alle Bestie di Satana, arrivando a ipotizzare il coinvolgimento del gruppo in altri 18 casi di assassinio. "Ho fatto una lista di quei nomi - dice Esposito - C'è una similitudine e una sovrapposizione di questi con altri casi giudicati in Cassazione che lasciano perplessi. Io ne ho verificate tra i 12 e i 19. Se fosse vero, vorrebbe dire che attorno alle Bestie di Satana si sarebbe sviluppato uno dei più importanti cold case italiani legato a ragazzi scomparsi e, forse, anche europei".
Le indagini
Nel giugno del 2006 un amico di Christian confermò il rapporto tra Frigerio e le Bestie di Satana, come riportò anche Chi l'ha visto?. Così il procuratore di Monza, Antonio Pizzi, che si era occupato dell'inchiesta sui quattro omicidi attribuiti al gruppo (quelli di Mariangela Pezzotta, Chiara Marino, Fabio Tollis e Andrea Bontade) riaprì il fascicolo, ormai archiviato. "Venni convocata in procura a Monza da Pizzi - ricorda la madre di Christian - e riferii di un particolare che mi era tornato in mente. Mio figlio mi aveva detto che uno di loro aveva una camera dipinta di nero, con l'altarino del diavolo. Era un dettaglio che non era uscito sul giornale, ma effettivamente era la stanza di uno dei membri del gruppo. Da lì, mi hanno creduta".
E nel 2008, le rivelazioni di Mario Maccione, uno dei membri della setta, sembrarono confermare il legame tra Christian e le Bestie di Satana. In un'intervista, Maccione rivelò la presenza di altri morti, 18 secondo lui, il primo dei quali sarebbe stato proprio Frigerio. Secondo quanto raccontò il giovane, gli altri membri della setta gli rivelarono di aver ucciso Christian: "Cosa credi? - gli avrebbero detto secondo quanto dichiarato - Il primo è stato Frigerio, quel traditore, l’abbiamo ucciso a coltellate a Brugherio, nella cava dove facciamo le prove di coraggio". E proprio lì, nella cava Increa di Brugherio, iniziarono le ricerche del corpo di Christian.
Anna Lia ha rivelato al criminologo Esposito un particolare relativo al ritrovamento di una sacca, avvenuto nel 2008. "Ad aprile venne trovata una sacca, contenente un cappellino della Nike, alcuni cacciavite e un bomber - spiega il criminologo - la mamma mi ha detto che Christian portava sempre con sé i cacciavite e le aveva rivelato di averli nella sacca perché 'non si mai chi incontri'. Inoltre il giubbotto aveva una manica mangiata e Anna Lia lo riconobbe come indumento del figlio, perché lei le diceva sempre di cambiarlo, ma lui le rispondeva che gli piaceva così".
Ma, nonostante le rivelazioni e il legame tra Christian e gli ambienti frequentati anche dalle Bestie di Satana, le indagini si interruppero. Come spiega il criminologo Esposito, "si sono fermate a causa della quasi impossibilità di trovare prove. Era passato molto tempo, c'erano gravi indizi, ma mancavano le prove: il cadavere non c'era. Maccione aveva fatto qualche dichiarazione, ma non si erano rivelate decisive".
Difficile dire se la scomparsa di Christian Frigerio sia opera delle Bestie di Satana. Certo è che diverse sono le coincidenze tra i comportamenti di Fabio Tollis e Christian Frigerio prima della scomparsa e sembra che il giovane frequentasse gli stessi ambienti della setta e avesse avuto contatti con alcuni di loro.
"Non possiamo dire che c'entrino le Bestie di Satana - conclude il criminologo Francesco Paolo Esposito - ma ritornano elementi simili ai casi a loro attribuiti". Le indagini, però, sono archiviate. E la verità sulla scomparsa di Christian, dopo 25 anni, è ancora avvolta nel mistero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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