Il discorso sulle difese immunitarie, da due anni a questa parte, è di grande attualità. Nel periodo del Covid c’è stata una vera e propria impennata nel consumo di integratori da parte delle persone, proprio allo scopo di rafforzare le proprie difesi immunitarie. Periodi in cui si faceva un uso eccessivo di Vitamina D, o C secondo le tendenze del momento. Sull'argomento si tiene oggi, giovedì 26 maggio, un interessante convegno all’Università Iulm di Milano dal titolo Cibo e difese immunitarie tra conoscenze scientifiche e giusta divulgazione. Tra i relatori professor Nicola Sorrentino, Direttore scientifico di Iulm Food Academy.
“È assolutamente vero che la forza e la prontezza del nostro sistema immunitario sono un tema centrale, da anni. A causa del coronavirus tutti parlano di questo, e cercano di fortificarlo in ogni modo. Però nessuno ha mai parlato di come si può fare attraverso la dieta e il cibo”, racconta il professor Sorrentino che abbiamo intervistato prima del convegno. “Tutti si sono riempiti di vitamina D, ma vorrei ricordare che questa è liposolubile quindi va ad accumularsi nel nostro grasso. Non è idrosolubile che perdiamo poi con la sudorazione e i liquidi. Quindi una dose sbagliata di vitamina D, anche se realmente può aiutare le difese immunitarie, non fa così bene” specifica il professore. Inoltre, “con l’arrivo della bella stagione, basta mezz’ora di sole per fare tutto il lavoro di accumulo di vitamina D senza per forza doverla integrare se non per motivi di salute prescritti dal medico”.
Riportando il discorso all’alimentazione, quando questa è corretta e bilanciata è ormai cosa nota che apporta benefici al nostro organismo. Non si tratta semplicemente di seguire dieta, ma assumere alimenti che svolgono un’azione di rinforzo sul nostro sistema immunitario. “Nella mia relazione durante l’incontro alla Iulm, parlerà dei benefici della dieta mediterranea sul nostro sistema immunitario. Questo significa che mangiando almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, si assume un' adeguata quantità di quegli antiossidanti che hanno un'azione immunomodulante, tanto da supportare il sistema immunitario”, spiega.
Può sembrare la classica raccomandazione ma non è così: “Una ricerca pubblicata sul Food Science & Nutrition conferma che la dieta mediterranea aumenta i linfociti T, che sono delle cellule attive del sistema immunitario” dice Sorrentino. “In poche parole aumentandoli ci rendono più forti. Quindi come detto 5 porzioni di frutta e verdura, poi proteine di facile digestione, carne bianca e pesce. Frutta secca a guscio, importantissima perché apporta gli acidi grassi insaturi. Poi lo yogurt per i suo benefici fermenti lattici e da non dimenticare l’olio extravergine di oliva, tutte sostanze che aumentano le difese immunitarie”.
Non mettendo alla gogna gli integratori, come sottolinea il professore, che sono un validissimo coadiuvante alla dieta se presi dopo attenta analisi medica, chiarisce che: “Nessuna compressa di vitamina C che può sostituire l'arancia o un kiwi, perché l'effetto terapeutico è dato dalla sinergia dei vari nutrienti che si trovano all’interno”. Il cibo è quindi un prezioso alleato per il nostro sistema immunitario, ma allo stesso modo può anche diventare un nemico del nostro organismo: “Le cattive abitudini e uno stile di vita scorretto sono cose che minano la nostra salute. Parlavo prima del Glutatione che è un potente antiossidante, ma allo stesso modo lo sono anche i cavoli, i broccoli, i cavolfiori e le cipolle. Ovviamente se questi li friggo perdono, per la nostra salute, i loro benefici. Stessa cosa per la carne, anche la più pregiata e salutare come quella di pollo, se la brucio o la soffriggo con il burro vanifico gli effetti”.
La buona notizia in tutto questo è che gli alimenti industriali demonizzati, a favore della vecchia e salutare cucina della nonna, in realtà non fanno così male: “Al contrario di quanto dicono tutti, so bene che non tutti riusciamo a mangiare la verdura del nostro orto o le uova delle galline che abbiamo in giardino. Sarebbe fantastico, ma è molto improbabile. Ma allo stesso modo le grandi catene alimentari nel nostro Paese sono molto controllate. Se impariamo a leggere le etichette del cibo che compriamo, possiamo sapere tutto di quell’alimento. Ovviamene poi sta a noi cuocerlo nella maniera adeguata e non esagerare con le quantità. Sono alla fine queste che recano danno”.
Altro mito da sfatare in cui si discuterà al convegno all’Università Iulm di Milano, sono gli zuccheri. Visti un po’ come demoni da qualche anno a questa parte, in realtà possono essere rivalutati. “Cominciamo a fare chiarezza. Ad esempio lo zucchero bianco e quello di canna sono uguali, perché entrambi dati dalla stessa molecola che è il saccarosio. In quello di canna c’è solo l’aggiunta di melassa che gli conferisce il classico colore ambrato. Questo per dire che a volte si hanno degli abbagli nella scelta degli alimenti. Sappiamo tutti che l’abuso di zucchero collegato alle tipiche malattie dell'occidente quindi l'obesità il diabete, o l’aterosclerosi, ma due cucchiaini di zucchero non provocano certo un danno enorme alla salute. 10 cucchiai sì. Stessa cosa per i dolcificanti, il fruttosio o la stevia, il dolcificante molto di moda al momento”.
Si tratta quindi di usare un po’ di buonsenso in tutto. “Anche le merendine, i ciambelloni o i prodotti da forno industriali, non sono tutti dannosi.
Ce ne sono molti a breve scadenza, fatti con pochi grassi animali, magari dolcificati con fruttosio che sono ottimi, ovviamente torna il discorso fatto prima sia sulle quantità che sulla nostra bravura a leggere gli ingredienti nell’etichetta”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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