Cina, ecco da dove arriva il misterioso virus polmonare

Secondo le autorità cinesi e gli esperti, il coronavirus potrebbe aver avuto origine da un mercato ittico, ora chiuso, nella città di Wuhan. Il contagio, però, nelle ultime ore ha oltrepassato i confini nazionali

Cina, ecco da dove arriva il misterioso virus polmonare

Lo hanno definito molto simile alla Sars, l'epidemia di polmonite virale che, in Cina, tra il 2002 e il 2003, provocò la morte di centinaia di persone. Ma la diffusione del misterioso virus che in queste ore ha messo in allarme l'Asia (e non solo) potrebbe essere più importante di quanto non si pensasse all'inizio. Nelle ultime ore, infatti, in Cina si sarebbero registrati circa 200 casi, un terzo decesso e il passaggio della malattia anche in Giappone, in Thailandia (dove a essere colpito è stato il primo cittadino occidentale, un 32enne britannico) e in Corea del Sud.

L'origine del virus

In base a quanto ricostruito dalle autorità cinesi negli ultimi giorni, la patologia sarebbe stata collegata a un mercato ittico e di specie selvatiche nella città di Wuhan, luogo di commercio chiuso in queste ore. La scorsa settimana, infatti, le autorità del capoluogo della provincia orientale dell'Hubei avevano annunciato anche un pesante giro di vite sulle attività che comportano assembramenti pubblici, per evitare che si diffonda il contagio.

Il parere dell'esperto

Nelle ultime ore, secondo quanto riportato dal Corriere della sera, un esperto della Commissione della salute pubblica del governo di Pechino cinese, Zhong Nanshan ha confermato che il misterioso virus è trasmissibile da persona a persona. Anche secondo Zhong, l'origine del virus sembrerebbe essere legata a quel mercato del pesce. Tuttavia, secondo l'esperto, intervistato da Cctv, anche coloro che non hanno visitato la città cinese potrebbero avere contratto il virus.

La posizione di Xi Jinping

Di fronte a una possibile emergenza sanitaria, il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto "sforzi risoluti" contro la diffusione del nuovo coronavirus. Facendo il punto della situazione, il leader e segretario generale del Partito comunista cinese e a capo della Commissione militare centrale, avrebbe sottolineato come priorità la sicurezza e la salute della popolazione, invitando a migliorare la comunicazione e il coordinamento con l'Organizzazione mondiale della Sanità e Paesi come Hong Kong (dove l'allarme era scattato nei giorni scorsi), Macao e Taiwan, per unire gli sforzi con il fine di bloccare la diffusione del virus, anche in previsione delle festività legate al capodanno cinese (che può far muovere milioni di persone).

I numeri (aggiornati) e la tipologia

In base a quanto ricostruito nelle ultime ore, a oggi, i casi di polmonite da coronavirus segnalati sarebbero 224 episodi: 217 sarebbero confermati e sette sarebbero stati indicati come sospetti dall'inizio dell'epidemia. Il patogeno, che non è ancora stato battezzato ma ha la sigla nCoV farebbe parte della famiglia della Sars e sarebbe un coronavirus che si manifesta con i sintomi della polmonite. A oggi, il focolaio dell'epidemia è partito dalla città di Wuhan, che raccoglie circa 11 milioni di abitanti.

I casi registrati

I primi pazienti avevano segnalato di essere venuti a contatto con il mercato del pesce della città di Wuhan, chiuso l'11 gennaio, ma nelle ultime settimane l'infezione si sarebbe moltiplicata, oltrepassando i confini nazionali. In queste ore, dalla Corea del Sud, era arrivata la segnalazione di una donna che arrivata in aeroporto con febbre alta e sintomi collegabili al viruso. Inoltre, dalla Thailandia, sarebbe stato individuato il contagio del primo cittadino occidentale, un 32enne britannico, ricoverato in gravi condizioni a Phuket.

Il rischio in Europa

Dopo la conferma della possibilità di un contagio tra esseri umani, Gianni Rezza, a capo del dipartimento di epidemiologia dell'Istituto superiore della Sanità ha voluto chiarire su eventuali rischi per la salute (anche in Italia), pur non escludendo il contagio in Europa e in Italia: "La trasmissione appare anocra limitata, tanto che l'Oms, al momento, non ha

ancora deciso restrizioni. Ci sono le normali misure di sicurezza, c'è ancora da capire bene la portata del fenomeno, vedere come evolve e poi eventualmente adottare misure più restrittive, come fu per l'epidemia Sars".

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