L'ex ciclista Mario Cipollini è stato condannato in primo grado quest'oggi, lunedì 17 ottobre, a tre anni di reclusione dal tribunale di Lucca.
Il "Re Leone", che nel corso del dibattimento aveva in più di un'occasione dichiarato la propria estraneità ai fatti contestatigli, incassa una prima sconfitta in aula. Per i giudici del tribunale di Lucca è colpevole dei reati di lesioni e minacce nei confronti dell'ex consorte Sabrina Landucci e del suo attuale compagno, Silvio Giusti. La sentenza prevede inoltre che l'ex campione di ciclismo versi 80mila euro di risarcimento all'ex moglie e 5mila euro a Giusti.
Cosa accadde
Fu la denuncia della Landucci a dare inizio a tutta la vicenda, nell'oramai lontano 6 gennaio 2017. La donna raccontò di un episodio di aggressione ai suoi danni avvenuto sul luogo di lavoro, un centro sportivo nella periferia di Lucca. "Stavo lavorando come ogni giorno nel centro sportivo, quando Mario mi ha aggredito davanti a colleghi e clienti", raccontò in aula la vittima. "Mi ha afferrato il collo e poi mi ha sbattuto la testa contro il muro. Avevo lesioni, dolore sono dovuta andare al pronto soccorso".
L'ex moglie descrisse altri episodi di minacce e di violenza nei suoi confronti, tra cui anche uno nel quale l'ex ciclista l'avrebbe addirittura minacciata puntandole un'arma da fuoco. Si arrivò quindi al rinvio a giudizio di Cipollini, a causa di "una serie di atti lesivi dell'integrità fisica e psichica dell'ex moglie con pugni, schiaffi, calci, con lesioni e minacce di morte". Il pubblico ministero Letizia Cai aveva concluso la propria requisitoria chiedendo ai giudici il riconoscimento di una pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione.
Sentenza e commenti
Al termine dell'arringa finale della difesa dell'ex ciclista, il giudice Felicia Barbieri ha inasprito ulteriormente la pena inflitta a Cipollini. "Sono contenta anche se è stato un percorso difficilissimo", ha commentato Sabrina Landucci fuori dall'aula, come riportato da La Nazione. "La cosa che mi ha ferito più di tutti è stata questa immagine di una madre inadeguata. Spero che tutto ciò serva per tante persone che come me per anni non sono riuscite a fare questo passo".
"È un punto di partenza, una volta che avremo letto le motivazioni impugneremo la sentenza del tribunale di primo grado", ha dichiarato invece ai giornalisti Giuseppe Napoleone, legale dell'ex ciclista.
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