La droga, i lividi, i video e gli sms choc: Grillo Jr & Co. davanti al giudice

Oggi l'udienza preliminare per Grillo e i tre amici genovesi. Dalla denuncia di Silvia all'ipotesi della droga dello stupro, passando per i filmati sul cellulare e gli sms nelle chat: la ricostruzione della vicenda

La droga, i lividi, i video e gli sms choc: Grillo Jr & Co. davanti al giudice

È stato uno stupro o si è trattato di una serie di rapporti sessuali consenzienti? Silvia ha subito una violenza sessuale oppure era consapevole di ciò che stava accadendo? Sono queste le domande attorno alle quali ruota il caso Ciro Grillo. Una vicenda intricata che con il passare del tempo si è infittita di dubbi, ipotesi e suggestioni.

Ora è il momento di fare i conti con il gup di Tempio Pausania, Caterina Interlandi, che dovrà decidere se mandare o meno a processo il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle e i suoi tre amici genovesi. I quattro hanno scelto il rito ordinario non avvalendosi di quello abbreviato. In attesa del verdetto proviamo a ricostruire quanto accaduto, alla luce di ciò che emerso in questi mesi tra testimonianze e sospetti.

La ricostruzione del caso

Riassumiamo brevemente la versione di Silvia (nome di fantasia) che ha denunciato di essere stata stuprata tra il 16 e il 17 luglio 2019. Una narrazione differente da quella della comitiva, che invece sostiene la consensualità della ragazza. Dopo aver trascorso una serata in discoteca al Billionaire, la giovane studentessa italo-norvegese ha accettato l'invito a stare con Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria nella villetta a Cala di Volpe (Porto Cervo) in Sardegna. Una volta arrivati nell'abitazione, la sua amica Roberta si è addormentata e così l'attenzione del gruppo si sarebbe incentrata soprattutto su Silvia.

Ed è proprio qui che la situazione sarebbe iniziata a degenerare. Si parla di un primo rapporto che coinvolgerebbe Corsiglia. Il ragazzo avrebbe accompagnato Silvia nella camera singola, dove lei poi si è sdraiata sotto le lenzuola. Lui non se ne sarebbe andato nonostante le richieste continue da parte della giovane. Poi Corsiglia si sarebbe avvicinato per un rapporto completo. Silvia sarebbe riuscita a divincolarsi e ad andare in bagno, ma anche qui sarebbe stata raggiunta da Corsiglia che l'avrebbe spinta "di spalle nel box doccia per un altro rapporto contro volontà".

Silvia non ce l'ha fatta, è crollata ed è scoppiata a piangere. Verso le ore 9 il tutto sarebbe diventato incandescente. L'accusa è che Grillo, Lauria e Capitta avrebbero costretto Silvia a bere della vodka tenendola per i capelli. Da qui sarebbero partiti altri rapporti sessuali. Alle 14.45 circa Roberta si è svegliata e ha trovato l'amica paralizzata dalla paura. Una situazione surreale: "C'era del mutismo da parte di tutti".

Gli sms choc

Un capitolo importante riguarda gli sms scambiati tra i componenti del gruppo dopo le ore trascorse con Silvia e Roberta. Il Corriere della Sera ha riportato una serie di messaggi che sarebbero avvenuti tra Capitta e un suo amico: "No, non puoi capire"; "Cosa?"; "No... 3 vs 1 stanotte, lascia stare"; "Spiega meglio"; "No, no, sì, poi ti farò vedere"; "Ma con una tipa?"; "Ma no, guarda... ero ubriaco marcio. Frate te lo giuro"; "Ma chi eravate? Te, Corsi e Ciro?"; "3 vs 1 , ovvio. Ma io veramente alle dieci del mattino ero ubriaco marcio... bevuto beverone alle nove"; "Chi era questa?"; "Ma che ne so... Poi vi racconterò, ora non si può ancora"; "Mi fai morire".

Sempre il Corriere della Sera ha poi svelato un altro scambio di sms: "Che è successo?"; "È stato forte"; "Poi ti dico fra', so' stanchissimo"; "Ma com'era?", "Mah… niente di che…". Il riferimento potrebbe essere proprio alla ragazza con cui avevano consumato il rapporto. Ma c'è un altro aspetto che assume un ruolo chiave e che può rappresentare una svolta. Ed è la frase che, stando alle indiscrezioni di stampa, avrebbe scritto uno del gruppo a un amico che voleva maggiori informazioni su quella notte: "All'inizio sembrava che non volesse...".

I video e le foto

Il sospetto è che Grillo e due suoi amici abbiano fotografato e addirittura filmato alcuni istanti di quei momenti. Si parla ad esempio di uno scatto con i genitali scoperti appoggiati o posti vicino al capo di una delle due amiche. Ma non solo: si teme che i filmati possano essere stati diffusi. Una possibile conferma in tal senso sarebbe arrivata da un ragazzo che, ai microfoni di Non è l'arena su La7, ha dichiarato: "Un sacco di amici l'hanno visto. Con i telefoni gira tutto...".

Si tratta per caso dello stesso video di cui parlava Beppe Grillo? Il comico genovese nel suo sfogo choc aveva fatto riferimento a un filmato in grado di dimostrare che la ragazza fosse consenziente: "C'è tutto un video, passaggio per passaggio, in cui si vede che c'è un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si divertono e ridono in mutande e saltellano con il pisello, così...". Anche i genitori di Silvia avevano appreso che frammenti di video sarebbero stati condivisi tra amici, "come se il corpo di nostra figlia fosse un trofeo".

Pure tra gli sms scambiati si parlerebbe dei video. Gli inquirenti sospettano che possano essere diversi i filmini girati. E lo hanno messo tra le ipotesi alla luce di uno scambio di messaggi: "Comunque c'era il cameramen. Sai che non me le faccio scappare 'ste occasioni. 4 video facili... Poi vi farò vedere tutto. Se vuoi ti chiamo e ti racconto un po'"; "Ti chiamo io dopo"; "Sei un idolo".

I lividi sul corpo

Un fronte non indifferente riguarda le conseguenze sul corpo di Silvia. Ovvero quei lividi sulle braccia e sulle gambe che mostrò alle dottoresse della clinica Mangiagalli di Milano. Una sua amica ha riferito di aver ricevuto alcune sue foto davanti a uno specchio "in cui si vedevano chiaramente alcuni lividi sul costato a sinistra, sulla scapola destra e sulla coscia o all'altezza del bacino". Inoltre Silvia le avrebbe detto anche di "avvertire dolori nelle parti intime".

In tal senso potrebbe giocare un ruolo importante la consulenza medico-legale (di parte) del professor Enrico Marinelli, depositata dall’avvocato Giulia Bongiorno che difende Silvia. Per l'esperto quei lividi risultano essere "compatibili con un meccanismo di pressione e afferramento attuato da più persone contemporaneamente con le mani". Gli approfondimenti eseguiti avrebbero inoltre messo in evidenza un disturbo post-traumatico da stress diagnosticato alla ragazza, giudicato "coerente con un rapporto non consenziente e invasivo".

La droga e l'alcol

Sempre nella consulenza medico-legale si pone particolare attenzione al possibile uso di droghe. Sono state utilizzate sostanze inibitorie come il Ghb, la cosiddetta "droga dello stupro"? Nella relazione del professor Marinelli si legge che "in linea puramente teorica non è possibile escludere l'uso di sostanze di questo tipo, prima o in associazione con l'alcol".

Ma Sandro Vaccaro, difensore di Vittorio Lauria, fa notare che "sulle ipotesi si può dire qualunque cosa, possiamo dire qualsiasi cosa priva di fondamento, come priva di fondamento è l’ipotesi della droga dello stupro". Non solo: fonti legali della difesa di uno degli imputati, riferisce LaPresse, fanno trapelare che l'ipotesi di un utilizzo della droga dello stupro "non è mai stata avanzata da parte del pm e non se n'è mai parlato nel processo". Si tratterebbe dunque di una possibilità mai emersa fino ad ora e mai citata negli atti.

Quanto all'alcol, Silvia ha raccontato di essere stata costretta a bere da una bottiglia un cocktail (di vodka e lemonsoda?) prima dei rapporti sessuali. Una narrazione smentita dai quattro amici tanto che uno di loro, in anonimato a Non è l'arena, aveva fatto sapere che lei stessa l'avrebbe bevuta di sua spontanea volontà per sfidare la comitiva: "Nel video si vede che la ragazza comunque sta benissimo e che noi non costringiamo niente. Per sfida lei ha bevuto la vodka, perché noi non riuscivamo a berla".

Comunque la consulenza medico-legale stima il tasso alcolemico nel sangue della ragazza in 1.08 grammi/litro. La tesi di parte è che la giovane studentessa "non può aver espresso un valido consenso al rapporto di gruppo" considerando che l'alcol "scemava grandemente la sua capacità decisionale e annullava la sua capacità di autodeterminazione".

Le testimonianze

Le testimonianze non sono mancate. Daniele, il titolare del bed&breakfast dove Silvia era ospite, aveva raccontato come la ragazza non fosse più la stessa. L'aveva conosciuta come una giovane "educata e carina", per poi assistere a un cambiamento che l'ha portata a essere "distaccata e silente". Un umore che improvvisamente era diventato "più scuro, diverso". Qualcosa è accaduto, ipotizza il titolare del b&b. Che ovviamente non può giudicare veritiero o meno il racconto della giovane studentessa, ma che ha fornito una serie di "aspetti caratteriali" certamente non superflui.

Tra le versioni fornite risulterebbe esserci pure quella di Parvin Tadjik, moglie di Beppe Grillo.

La mamma di Ciro, sentita a verbale, avrebbe raccontato di essersi svegliata alle 9 di mattina e di non aver "sentito o visto nulla di anomalo". Avrebbe poi citato anche la colf che "faceva le pulizia tutti i giorni anche nelle casa in uso ai ragazzi" e il giardiniere che "quella mattina lavorava nei giardini antistanti le abitazioni".

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