"Per alcuni giorni ho avuto la sensazione di rivivere quello che mi è successo". Sarebbero state queste le parole che Silvia (nome di fantasia) avrebbe ripetuto ai medici dell'Svs (il Soccorso violenza sessuale della clinica Mangiagalli di Milano) 9 giorni dopo la presunta violenza sessuale di gruppo. La ragazza, una 19enne italo norvegese, è colei che sarebbe stata abusata da Ciro Grillo e i suoi amici durante una vacanza in Sardegna, a luglio del 2019. Domani (mercoledì 19 ottobre) ci sarà una nuova udienza del processo a carico dei quattro imputati. Stando a quanto scrive la giornalista Giusy Fasano sulle pagine del Corriere della Sera, saranno decisive le testimonianze dei due istruttori di kitesurf ai quali la giovane avrebbe fatto delle confidenze l'indomani dell'accaduto. Altrettanto fondamentale sarà il referto medico stilato dai medici della clinica milanese, trasmesso poi al procuratore di Tempio Pausania, in cui si evidenziano "lividi da pressione" sul corpo della studentessa.
I testimoni: "Pareva stonata"
I quattro ragazzi a processo per violenza sessuale di gruppo sono Ciro Grillo e tre suoi amici genovesi, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Nell'udienza di domani, in aula compariranno sette testimoni: la ginecologa, il medico legale e lo psicologo della Clinica Mangiagalli di Milano che visitarono la ragazza italo norvegese dopo la denuncia ai carabinieri; i titolari del bed & breakfast di Palau in cui alloggiavano le due studentesse - una è Silvia e l'altra è Rebecca (anche questo nome di fantasia) - durante la vacanza in Sardegna, nell'estate del 2019, quando si verificarono i fatti. Tra i testimoni che si sottoporranno alle domande del procuratore Gregorio Capasso e del collegio dei giudici, presieduto da Marco Contu, ci sono anche i due istruttori di kitesurf che raccolsero le confidenze di Silvia l'indomani del presunto abuso. Uno di loro raccontò ai carabinieri, e poi alla stampa, che quando Silvia si presentò a lezione "pareva stonata, disse che aveva bevuto". Parole che, verosimilmente, saranno confermate anche nell'udienza di mercoledì mattina giocando un punto a favore della difesa.
Il referto medico: "Lividi sul corpo"
Ancor più decisiva sarà la relazione stilata dai medici della clinica Mangiagalli che, nove giorni dopo il presunto abuso, visitarono Silvia. Stando a quanto riporta il giornalista Giuseppe Filetto sull'edizione odierna del quotidiano La Repubblica, i tre professionisti del Soccorso violenza sessuale avrebbero ravvisato "gli estremi di un delitto procedibile d'ufficio", si legge nella premessa del referto. Quanto all'esame ginecologico, invece, non sarebbero state evidenziate "lesioni". Tuttavia, i medici avrebbero rilevato lividi da pressione "al braccio destro, area di soffusione giallo-bluastra, a contorni sfumati" riconducibili a violenza sessuale.
L'accusa nei confronti di Grillo jr e gli amici
Secondo l'accusa, le due ragazze subirono abusi sessuali la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villetta a schiera di proprietà della famiglia Grillo, in un residence di Porto Cervo, in Costa Smeralda. Una delle due, la studentessa italo norvegese che all'epoca dei fatti aveva 19 anni, sarebbe rimasta vittima di uno stupro di gruppo, come lei stessa denunciò ai carabinieri di Milano dopo essere rientrata dalle vacanze. L'altra, Rebecca, sarebbe stata fotografata in posizioni oscene, a sua insaputa, mentre dormiva sul divano. Le violenze si sarebbero consumate dopo una serata trascorsa dal gruppo di ragazzi al Billionaire, noto locale dell'isola. Gli imputati respingono ogni accusa sostenendo che la ragazza fosse consenziente.
Al processo sono già stati sentiti numerosi testimoni, tra cui Parvin Tadjk, moglie di Beppe Grillo e mamma di Ciro, che la notte delle presunte violenze dormiva nella casa accanto e che ha dichiarato di non avere sentito o visto nulla di anomalo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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