"Quel crocifisso in Comune non ci deve stare". A pronuciare queste parole nella sala comunale di Rapallo è la madre di uno sposo islamico. Lui, albanese, accompagnato dalla mamma, era pronto a sposare una giovane di origine rapallese. Ma la richiesta della rimozione del simbolo religioso ha bloccato (giustamente) tutto.
"Il crocifisso non si tocca"
E quanto affermato con decisione dal Carlo Bagnasco, sindaco di Rapallo. Sulla sua scrivania si è visto recapitare la richiesta di matrimonio di una coppia musulmana che intendeva sposarsi nel suo municipio. Fin qui nessun problema. Ma allegata alla domanda di nozze, un piccolo post-it con il quale si chiedeva la rimozione del crocifisso dalla sala del municipio. Infatti, come riferisce La Stampa, la madre dello sposo dopo il sopralluogo col personale comunale avrebbe affermato: "Lì - nella sala in cui si doveva sposare il figlio - quel crocifisso non ci deve stare".
Una richiesta assurda che il sindaco Bagnasco ha rispedito al mittente con tanto di appunto personale: "Le radici non si toccano, il crocifisso neppure". La controparte islamica risponde attraverso la madre dello sposo: "Avevamo chiesto la celebrazione di un rito civile e nei luoghi civili non ci devono essere simboli religiosi. Il Comune, inoltre, non è autorizzato a trasformare una vicenda privata in pubblica".
Ma il Comune e il sindaco che guida una amministrazione di centrodestra non cede. E replica: "Ci riteniamo offesi da questo atto che riteniamo irrispettoso nei confronti della nostra religione".
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