Comunicazioni, Agcom multa gli operatori telefonici per 2 milioni: stop al diritto di cambiare i contratti

La multa dell'autorità è rivolta a Tim, Vodafone e Wind 3, colpevoli di aver modificato i contratti sulle ricaricabili a spese degli utenti. Codacons: "La prassi portava gli utenti a spendere soldi inconsapevolmente"

Comunicazioni, Agcom multa gli operatori telefonici per 2 milioni: stop al diritto di cambiare i contratti

Gli operatori non hanno diritto a cambiare i contratti a loro piacimento, anche perché, di solito, le scelte di questo genere tendono a ricadere sugli utenti (spesso inconsapevoli). A questa facoltà l'Agcom ha deciso di porre un limite e così, per la prima volta, il principio dall'autorità, e affermato in base a tre delibere, oggi sanziona per circa 2 milioni di euro complessivi le principali società telefoniche. Ovvero Tim, Vodafone e Wind 3.

Niente modifiche contrattuali

Secondo quanto riportato da Repubblica, infatti, nello specifico, viene vietata la pratica con cui i gestori hanno modificato i contratti di offerte ricaricabili per introdurre un servizio aggiuntivo, cioè quello che fa scattare un addebito anticipato quando l'utente esaurisce il credito. In base a quanto spiegato dall'Autorità, però, l'aspetto decisivo del provvedimento riguarda il principio per cui, in futuro, si potrà applicare la stessa cosa anche ad altre modifiche contrattuali.

La sentenza del Consiglio di Stato

A stabilire la validità di questo principio, una sentenza del Consiglio di Stato (8024 2019), dove per la prima volta la giurisprudenza ha limitato lo iur veriandi dell'operatore (in quella circostanza, per la trasformazione dei contratti Tim Voce nel 2018). Ma il conflitto tra l'autorità, insieme alle associazioni che difendono i diritti dei consumatori, e le principali aziende telefoniche è uno scontro che va avanti da diverso tempo e che, in queste ore, ha trovato una prima azione effettiva.

L'opzione in discussione

L'opzione contestata da Agcom, è quella che riguarda l'operazione, che si avvia automaticamente a tutti gli utenti quando finisce il loro credito mensile. In passato, per chi finiva i soldi sulla scheda non era, infatti, più possibile telefonare, mandare sms o navigare su rete mobile. Oggi, invece, le compagnie telefoniche come Vodafone e Wind 3 conteggiano un pre-addebito di 0,99 euro, dando la possibilità di continuare a utilizzare, per due giorni, dell'offerta telefonica sottoscritta, mentre di 0,90 euro al giorno per due giorni per quanto concerne Tim. Denaro che, poi, viene tolto all'utente una volta fatta la ricarica.

Un danno agli utenti

Ciò che può sembrare un servizio comodo agli utenti, visto che permette loro di continuare a navigare e a usare le offerte nonostante sia scaduta la ricarica, è risultato essere però una fonte di guadagno per gli operatori, motivo per cui è valsa l'azione dell'autorità. Solitamente, infatti, gli utenti utilizzano ricaricabili con un'offerte che include, per esempio, una certa quantità di traffico, che si riattiva ogni 30 giorni, scalando il costo dal credito residuo. In questo caso, esiste la possibilità che la persona non abbia immediatamente il credito sufficiente alla riattivazione mensile. La pratica, diffus dalle aziende telefoniche, per molti è percepita come una sorta di "tassa" sul ritardo.

La contestazione di Agcom

Secondo quanto segnalato da Agcom, a costituire il problema non sarebbe nemmeno il servizio in sé che, se accettato dai clienti, non avrebbe motivo di essere segnalato, ma il fatto che gli operatori lo avrebbero aggiunto forzosamente ai contratti telefonici. Quindi, praticamente, senza un consenso esplicito, facendo affidamento alle stesse regole che permettono loro di rincarare le tariffe (o ridurre la quantità di traffico internet) in qualsiasi momento.

Il diritto alla variazione

Agcom, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, ha stabilito che la variazione può riguardare soltanto i servizi già presenti nei contratti e non può aggiungerne altri. Altrimenti, con l'esistenza del diritto alla variazione, gli operatori possono cambiare un contratto a loro piacimento e attivare qualsiasi servizio senza il consenso dei clienti, lasciando loro soltanto la possibilità di disdetta gratuita.

Il commento di Codacons

Nel giro di qualche ora è arrivato anche il commento di Codacons, che definisce soddisfacente la sanzione inflitta agli operatori per le modifiche contrattuali.

"Tale prassi portava gli utenti a spendere inconsapevolmente soldi per chiamate o traffico internet, anche in caso di esaurimento del credito, a causa di modifiche unilaterali dei contratti che, come al solito, vanno a discapito dei consumtori", ha dichiarato il presidente Carlo Rienzi.

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