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Condannato per aver fatto propaganda all'Isis ma scarcerato

Un cittadino bengalese è stato condannato ad 1 anno, 11 mesi e 3 giorni per proselitismo a favore dell'Isis, ma aveva già trascorso lo stesso lasso di tempo all'interno del carcere di Sassari. Per questo, pur se con il foglio di via in mano, il giovane è stato scarcerato

Condannato per aver fatto propaganda all'Isis ma scarcerato

La sua condanna è pari al tempo già trascorso in carcere, dunque nonostante i gravi reati di cui è stato ritenuto colpevole, è stata disposta la sua liberazione con però la consegna del foglio di via dall’Italia.

È questa la storia che arriva da Brescia: il giudice del tribunale della città lombarda, ha infatti condannato ad 1 anno, 3 mesi ed 11 giorni un cittadino del Bangladesh. Si tratta, nello specifico, di Yasin Khan, 25 anni originario del Bangladesh.

Arrivato in Italia alcuni anni fa, nel 2018 è stato tratto in arresto mentre si trovava all’interno di un centro per richiedenti asilo a Montichiari, in provincia di Brescia. Per lui le accuse sono subito state molto gravi: propaganda a favore dell’Isis su internet, un’attività già perpetuata quando si trovava all’interno di uno dei centri in Libia.

Ed infatti, attualmente, il giovane risulta ancora ricercato nel paese nordafricano. Raggiunto dal provvedimento di custodia cautelare, il cittadino bengalese è stato rinchiuso all’interno del carcere di Sassari.

Qui Yasin Khan ha appreso nelle scorse ore della sua condanna, al tempo stesso però le porte del carcere sardo per lui si sono aperte in quanto ha scontato nell’istituto penitenziario lo stesso tempo previsto nella condanna arrivata da Brescia.

Per cui, assieme alla sentenza, è stata notificata anche l’immediata scarcerazione. Tuttavia, essendo il cittadino bengalese un richiedente asilo, il giudice ha fatto consegnare anche il foglio di via: il ragazzo venticinquenne dunque, deve lasciare il nostro paese e non potrà ottenere ovviamente asilo.

La vicenda adesso potrebbe far discutere. Infatti, l’attività di proselitismo del giovane è stata accertata, le sue simpatie verso l’Isis sono state provate. Non solo in Italia ma, come detto, anche in Libia. Sul web, tramite i suoi profilo social, in più di un’occasione ha mostrato simpatia per il gruppo jihadista propagandandone anche l’ideologia.

È pur vero che adesso il soggetto in questione deve lasciare l’Italia, ma le attenzioni sono puntate sulla verifica dell’effettiva partenza dal nostro territorio. In poche parole, i timori principali riguardano la possibilità che il ragazzo condannato per propaganda a favore dell’Isis resti libero di circolare nel nostro paese.

Quando è stato arrestato aveva con sé anche un documento falso, in cui veniva riportato come anno di nascita il 1993, indagini successive hanno invece evidenziato come il ragazzo probabilmente è nato nel 1998.

L’arresto e la condanna comunque, hanno ancora una

volta evidenziato la presenza di simpatizzanti dell’Isis lungo la rotta libica dell’immigrazione. Come detto in precedenza infatti, il giovane è stato in Libia prima di giungere in Italia con un barcone.

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