Secondo fonti della polizia, riportate dal quotidiano Tribune de Geneve, Valentina Tarallo, la ricercatrice italiana uccisa ieri di Ginevra, conosceva il suo assassino.
Una svolta che ridisegna le ricostruzioni fatte dagli inquirenti. Nelle prime ore, successive al ritrovamento del cadavere della giovane, si pensava a una rapina finita nel peggiore dei modi. Ora però, da quanto ha fatto trapelare la polizia, non sarebbe stato un balordo a prendere a sprangate la ricercatrice 29enne di Torino. Bensì di una persona, un giovane africano, con cui la ricercatrice avrebbe avuto una relazione. Il quotidiano svizzero precisa: "C'è però massima cautela su questo aspetto, per una questione di evidente delicatezza". Ad annulare la tesi della rapina, il ritrovamento, sul luogo del delitto, dello zainetto con il portafogli della tarallo.
Quanto al suo presunto assassino la polizia di Ginevra non esclude si sia rifugiato in Italia. Si cerca un africano sul metro e 80, non più di 30 anni. Per il momento gli inquirenti non forniscono ulteriori particolari.
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