Conte viene contraddetto e sbotta contro una giornalista

Contraddetto da una giornalista durante la conferenza stampa a Bergamo, il premier perde il suo noto self-control e sbotta: “Se lei un domani avrà la responsabilità di governo, scriverà tutti i decreti ed assumerà tutte quante le decisioni”

Conte viene contraddetto e sbotta contro una giornalista

Secco botta e risposta fra Giuseppe Conte ed una giornalista di “Tpi” durante una veloce conferenza stampa tenuta a Bergamo, una delle zone visitate in queste ultime ore dal presidente del Consiglio. Arrivato in città in piena notte ed in evidente ritardo (il suo intervento era previsto per le 20:30), il premier è apparso visibilmente provato, ed è bastato poco a suscitare una sua stizzita reazione alle domande dei giornalisti.

La notizia della sua presenza a Bergamo aveva già scatenato forti polemiche da parte dell'opposizione, che non ha esitato ad accusare il presidente di aver sistematicamente evitato la Lombardia, principale regione colpita dal Coronavirus. “Pensavamo si facesse vedere direttamente a settembre per la riapertura delle scuole”, aveva affondato senza troppi giri di parole Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda.

Con un numero incredibile di decessi (quasi 3mila), tanto che il sindaco Gori aveva dovuto chiedere aiuto ai paesi vicini per poter provvedere alla cremazione di tutti i corpi, la città di Bergamo sarà purtroppo ricordata anche per le tristi immagini dei camion dell'Esercito che nel cuore della notte trasportavano in fila le bare all'esterno della città. Dopo aver assistito ad un simile dolore, i giornalisti attendevano con ansia di poter porre alcune domande al presidente Conte, ed hanno dovuto aspettare delle ore per potergli parlare.

“La gente vorrebbe sapere perché non è stata dichiarata zona rossa, domanda infatti un inviato al premier, fermo di fronte ad un banchetto allestito per l'occasione.

“Per quanto riguarda la zona rossa ho già fatto una dichiarazione riguardo i due comuni”, replica Giuseppe Conte, riferendosi ad Alzano e Nembro. “Nel momento in cui ci è stata proposta la zona rossa, lo abbiamo preso in considerazione, esaminando le ragioni, sulla base di un contagio che appariva già diffuso non solo nei due comuni, ma anche a Bergamo e un po’ in tutta la Lombardia. Abbiamo chiesto un approfondimento al comitato tecnico-scientifico, e la sera del 5 marzo è arrivata la relazione. Il giorno 6 mi sono precipitato alla protezione civile per discutere su quale fosse la soluzione migliore, e la sera del 7 ho firmato il Dpcm che rendeva di fatto la zona rossa a tutta la Lombardia”, prosegue Conte.

Ed è a questo punto che interviene la giornalista Francesca Nava di “Tpi”, che ricorda al presidente che in realtà i comuni di Nembro e Alzano Lombardo erano stati collocati in zona arancione, non rossa, con la mancata chiusura delle attività produttive. Gelo di Conte, che interrompe la reporter e continua ad insistere sul proclamo della Lombardia come zona rossa: “Zona rossa nella misura in cui nel giorno 7, con la firma del decreto, non c'è stata più la possibilità di spostarsi fra comuni”.

Si alzano

le voci, e sentendosi ancora incalzato, il premier alla fine sbotta e taglia corto: “Guardi, se lei un domani avrà la responsabilità di governo, scriverà tutti i decreti ed assumerà tutte quante le decisioni”.

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