Corona di nuovo in carcere, questa volta è indifendibile

Uscito di prigione lo scorso anno giurò: "Sono cambiato". Nei guai anche l'amica manager

Corona di nuovo in carcere, questa volta è indifendibile

Giuro che in carcere non ci tornerò più», Fabrizio Corona pronuncia queste parole dopo la scarcerazione avvenuta a giugno dello scorso anno. Ieri l’ex re dei paparazzi ha varcato la soglia di san Vittore con le manette ai polsi. La promessa è caduta nel vuoto.

Dopo due anni e mezzo di prigione e il successivo affidamento ai servizi sociali, Corona ripiomba nel girone infernale di una cella. Questa volta, Fabrizio, è colpa tua. Vorremmo trovare la forza di difenderti, come abbiamo fatto con convinzione fino alla tua sacrosanta liberazione, ma in questo caso la difesa richiede uno sforzo sovrumano. Già da qualche tempo era chiaro che qualcosa ti era sfuggito di mano. Tra eventi mondani e spacconerie ben note, la tua non sembrava una condotta improntata al rispetto delle regole come si confà a una persona che, seppure al di fuori dello spazio angusto di una cella, è ancora impegnata a scontare una condanna definitiva. L’affidamento in prova ai servizi sociali è una misura alternativa alla detenzione, ma è pur sempre una pena.

Secondo i pm Ilda Boccassini e Alessandra Dolci, i soldi ritrovati nel corso di una perquisizione nel controsoffitto dell’appartamento della sua collaboratrice Francesca Persi, apparterrebbero a lui: circa un milione e 760mila euro, proventi percepiti in nero per le serate nelle discoteche e nei locali della movida, cui si aggiungerebbe il denaro di un conto in Austria riconducibile sempre a Corona. È un’ipotesi, soltanto il processo, nel contraddittorio tra le parti davanti a un giudice terzo, potrà dimostrare l’eventuale fondatezza delle accuse. Eppure il «detenuto rieducato» ed elogiato da don Mazzi torna dietro le sbarre. «Dimostrerò a mio figlio che ce l’ho fatta»: Corona parla così appena un anno fa, alla prima del film documentario sulla sua vita, Metamorfosi.

A noi sembra di assistere alla rivincita di una persona che ha patito le storture della giustizia italiana. Non certo uno stinco di santo, ma non il mostro che giornali e sentenze draconiane hanno dipinto. Qualche bighellonata l’ha commessa, ed è doveroso che paghi secondo i canoni di una giustizia giusta ed equilibrata. Sulla base del codice penale, non di quello morale. Invece gli vengono inflitti i tredici anni di carcere, senza benefici di legge, da scontare tutti, manco fosse un pericoloso assassino, per qualche banconota falsa e delle foto imbarazzanti vendute ai soggetti colti in flagranza di pseudoadulteri al posto di qualche rivista gossippara. Con la presunta vittima di una di queste estorsioni che nega recisamente di aver subito alcuna minaccia. Ancor prima, è bene ricordarlo, c’è l’inchiesta scandalistica «Vallettopoli», pm Woodcock, che chiama alla sbarra soubrette e vallette. Corona sconta due mesi di carcere preventivo, alla fine viene assolto. «Ostaggio dello Stato», si definisce all’uscita dal carcere nel 2007, difficile dargli torto.

Stavolta, però, ci sembri ostaggio di te stesso, caro Fabrizio, del vortice di fama e soldi facili dal quale sei stato più volte risucchiato. Una ex collaboratrice lo accusa, dichiara di aver subito pressioni da lui, e i soldi, veri, vengono ritrovati nel controsoffitto.

Rischio di inquinamento probatorio e reiterazione del reato, queste le esigenze cautelari che riportano indietro le lancette, per l’ennesima volta. Protagonista sempre lui, l’eterno ragazzaccio, nasty boy, bello e dannato, apparentemente incapace di trovare pace.

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