I dati sono incoraggianti ma è ancora presto per cantare vittoria. Per assistere all'inversione della curva del coronavirus, e passare così alla fase 2, c'è ancora da pazientare qualche settimana
Almeno altre due settimane di passione e sacrificio prima della vera discesa. Grazie alle misure di distanziamento sociale l'Italia è riuscita a contenere la diffusione del nuovo coronavirus ma il numero dei contagi è ancora troppo alto.
Il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, legge le ultime cifre contenute nel bollettino quotidiano sul coronavirus e capisce che sì, la situazione sta lentamente (molto lentamente) migliorando, ma in situazioni simili è bene predicare prudenza. Basta poco, anche una minima scintilla, e il perverso meccanismo dei contagi è pronto a ripartire come e più di prima. Ecco perché è necessario tenere altissima la guardia e mantenere altrettanto alte le misure di sicurezza.
Ieri, 2 aprile, si sono registrati 2.477 nuovi casi per un aumento complessivo in flessione rispetto al giorno precedente pari al +3,07%. Come sottolinea il quotidiano Il Messaggero, i decessi restano alti, 760 (+5,78%) ma anche qui notiamo un lieve calo, con 77 morti in meno rispetto alle 837 vittime di martedì. E i guariti? Continuano ad aumentare giorno dopo giorno. L'ultimo balzo in avanti recita un incoraggiante +8,49% (1.413), con 302 pazienti dimessi in più dal giorno precedente.
Fase 2 dopo Pasqua o ai primi di maggio
Ma i dati veramente incoraggianti arrivano dagli ospedalizzati: rallentano i ricoverati con sintomi (+137, mentre mercoledì l'aumento era di +211) così come quelli in terapia intensiva (appena 18 più di ieri). Borrelli ha così commentato i risultati, senza tuttavia sbilanciarsi: “Si riducono gli ospedalizzati. Dal 27 marzo stiamo assistendo a una riduzione percentuale degli incrementi dei ricoverati e di chi è in terapia intensiva”.
I dati fanno ben sperare perché arrivano dopo giornate in cui è aumentato il numero di tamponi effettuati. Questo significa che le autorità sanitarie hanno scavato più in profondità alla ricerca di contagiati, pur senza ottenere numeri astronomici di nuovi infetti. Segno che l'infezione sta veramente rallentando.
Il quadro si sta facendo via via sempre più chiaro. Certo, gli epidemiologi non hanno alcuna intenzione di azzardare previsioni affrettate, né di avventurarsi in un campo minato. Però il trend è cambiato, non solo nella curva del contagio ma anche nelle parole degli esperti. Se fino a pochi giorni fa il ritornello era “non sappiamo quando arriverà il picco”, oggi, in molti, ritengono che il picco sia proprio quello che stiamo attraversando in questi giorni.
Tuttavia, per assistere all'inversione della curva, c'è ancora da pazientare qualche settimana,
almeno un paio (nella migliore delle ipotesi). Dunque, dando un'occhiata al calendario, dopo Pasqua o ai primi di maggio potremmo pensare alla “fase 2”. Che coincide con la riapertura, graduale e scaglionata, dell'Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.