I dati relativi alla diffusione del coronavirus in Italia e nel resto dell’Europa sono tutt’altro che incoraggianti. Stefania Salmaso, epidemiologa a capo del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, ha spiegato in una intervista al Corriere cosa potremmo aspettarci nelle prossime settimane, anche se, come lei stessa ha ammesso, è difficile in questo momento prevedere cosa potrà realmente accadere. Dipenderà infatti dal comportamento che ognuno di noi terrà e dalla capacità di dare un freno alla diffusione del virus.
In due settimane arriveremo a 100mila casi
La Salmaso ha ipotizzato che la situazione allarmante di altri Paesi europei, come francia, Germania e Regno Unito, già in piena seconda ondata, potrebbe darci un’idea di cosa succederà anche da noi. Difficile anche predire quanti potrebbero essere i nuovi casi giornalieri di coronavirus. L’esperta ha spiegato che “abbiamo un tasso di riproduzione medio intorno all’1,5 e sta proseguendo una crescita progressiva, nelle ultime due settimane esponenziale. Adesso abbiamo un tempo di raddoppio di 6-7 giorni. Se consideriamo gli oltre 26 mila casi di ieri vuol dire che la settimana prossima, con questa crescita arriveremo a oltre 50 mila casi, centomila in un paio di settimane. Questo però non deve gettarci nel panico ma indurci alla massima cautela”.
Dello stesso parere anche Paolo Bonanni, epidemiologo e professore ordinario di Igiene all’Università di Firenze, che ha precisato come l’introduzione di sistemi di controllo non possa frenare immediatamente la curva. Da tenere conto anche che i casi delle ultime ore risalgono a contagi di 10 o 15 giorni fa. In base a questo si potrebbe arrivare anche a 100mila nuovi positivi al giorno. L’epidemiologo ha spiegato che il coronavirus non ha un bioritmo ciclico, ma che in certe condizioni ha maggiore facilità nel diffondersi. In estate, complice il fatto che si vive di più all’aria aperta, vi è stata una diminuzione di casi. Un numero basso di infetti dell’estate ha però portato al diffondersi nuovamente del virus. La Salmaso ha poi sottolineato: “Per ora l’infezione sembra concentrata nei giovani adulti e adolescenti che probabilmente in questo momento stanno trainando la diffusione della pandemia. Se il contagio dovesse entrare nella fascia di età più avanzata è chiaro che ci aspetteremmo un incremento del numero di decessi e di ricoveri di casi più severi, ed è normale che più il virus circola tra la popolazione normale più ha la possibilità di raggiungere le persone fragili”.
Ristoranti chiusi e mezzi pubblici affollati: qualcosa non va
Difficile però prevedere quando si toccherà il picco e quando i contagi si fermeranno. Molto dipenderà dalle misure di contenimento adottate.
Bonanni ha però un’idea basata su modelli matematici: possibile che il picco arriverà verso la metà di dicembre, e quindi pochi giorni prima di Natale. Ma nulla in questa situazione è certo. “È ragionevole pensare che possa succedere, ma potrebbe anche non succedere: ci sono moltissime variabili in gioco e ogni ipotesi è un azzardo. La speranza è che a un certo punto riusciremo a fare quello che è stato fatto da fine aprile-maggio, per tornare con un Rt pari a 1. Potremo così vedere la discesa dopo un periodo in cui il numero dei contagi quotidiani resta stabile, il plateau che abbiamo conosciuto nella scorsa ondata, tipico di un virus che ha un periodo di incubazione lungo come Sars-CoV-2” ha sottolineato l’epidemiologo di Firenze, facendo capire che sicurezze non ce ne sono.Di una cosa però la Salmaso sembra convinta, come anche
altri esperti, che le attuali misure di contenimento non siano sufficienti a rallentare la diffusione del coronavirus e a invertire la curva dei contagi. Da evitare comunque le occasioni di contatto con le altre persone. Bonanni ha anche aggiunto: “Non so quanto le limitazioni imposte a bar e ristoranti potranno avere un impatto concreto sulla curva epidemica. Problemi gravi irrisolti restano l’affollamento dei mezzi pubblici e la sorveglianza su quel che succede per le strade: i controlli della polizia dovrebbero essere molto più severi perché spesso si vedono troppi ragazzi appollaiati sulle panchine a chiacchierare senza mascherine: questo è un insulto nei confronti di chi, pur rispettando tutte le regole ha dovuto chiudere l’attività”. Ancora una volta i mezzi pubblici sono nell’occhio del ciclone. Potremo sperare in un miglioramento solo quando vedremo un trend in calo tra la percentuale dei positivi sul numero dei tamponi. Vorrà dire che l’epidemia sta rallentando.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.