"Le scelte sbagliate sulla sanità le stiamo pagando ora". È questa la pesante accusa rivolta al mondo della politica da Gino Strada che, in una intervista ad Avvenire, ha parlato dell’emergenza coronavirus che sta sconvolgendo il mondo.
Il fondatore di Emergency ha sottolineato che "tutti avevano previsto questa crisi, ma non la sua portata epocale e le sue dimensioni”. “D'altra parte- ha continuato- la biologia ha le sue regole e i suoi tempi. Penso che le agenzie internazionali stiano cercando di fare il loro mestiere, con tutte le difficoltà del caso".
Strada, in particolare, si sofferma sulla delicata situazione nel nostro Paese: "Quanto all'Italia quel che sta accadendo è il frutto di vent'anni di devastazioni della sanità pubblica. Non potremo andare avanti continuando a togliere risorse e soprattutto dovremo tornare a investire sia sulla medicina di territorio che sulla medicina ospedaliera". Il noto medico ed attivista dichiara che quanto sta accadendo non era una cosa inaspettata. Pertanto, si augura Strada, "qualcuno, ad esempio in Regione Lombardia, dovrà pur risponderne o no?".
Il chirurgo poi ricorda che ai tempi del pericolosissimo virus Ebola "siamo riusciti a contenere il contagio in Sierra Leone e parliamo di una malattia che aveva tassi di mortalità altissima". A spiegare come si sia riusciti a fermare questa terribile malattia pur avendo pochi mezzi a disposizione è lo stesso Strada: "Ricordo che nei villaggi c'erano ragazzi di 12-13 anni che tiravano una corda nella strada sterrata, bloccavano la gente che passava e misuravano la febbre a tutti. Poi facevano lavare le mani e vietavano l'ingresso nei negozi".
Metodi rudimentali, ammette Strada, che però hanno funzionato. Il medico, invece, si è detto sconcertato per quanto accaduto in Italia negli ultimi due mesi a causa del coronavirus. "Semmai – ha aggiunto- mi ha sorpreso come in Italia sia potuto accadere che migliaia di persone anziane morissero così, dimenticate da tutti. E come il virus abbia potuto circolare negli ospedali, senza che si sia messo prima in sicurezza tutto il personale sanitario".
Il fondatore di Emergency, infine, ha commentato le parole del Papa nella sua preghiera solitaria in piazza San Pietro affermando di condividere il pensiero del Santo Padre sulle debolezze umane e sulla necessità di realizzare una società dove anche gli utlimi siano aiutati: "C'è molto di vero in quel che dice Francesco.
Siamo chiamati nello stesso tempo a riconoscere le nostre fragilità e a mostrare una capacità di resistenza nuova, che non potrà che essere collettiva: la società che costruiremo sarà per definizione inclusiva e non potrà lasciare fuori dalla porta di casa nessuno".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.