Da oggi Wuhan ha un ospedale in più per fronteggiare l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus. È stata infatti consegnata, in tempi record, la prima delle due strutture ospedaliere messe in cantiere a seguito dell’epidemia che sta mettendo in ginocchio la Cina. Dopo il rapido contagio avvenuto da uomo a uomo, le autorità locali hanno deciso di costruire i due ospedali per consentire alle migliaia di vittime colpite dal virus di poter essere assistite in nuove strutture sanitarie perché quelle preesistenti sono colme di pazienti. Fino ad ora il coronavirus è stato trattato in 61 strutture sanitarie tra cliniche e ospedali ma, a causa della rapidità con la quale la malattia si sta diffondendo è stato necessario il ricorso alla realizzazione di altri centri specializzati con personale medico.
Individuata la zona, decine di ruspe si sono messe in azione la notte tra il 23 e il 24 gennaio scorso, finendo i lavori in tempi record. Oggi è già pronto il primo ospedale e da domani sarà operativo. Da quando il virus ha iniziato la sua rapida diffusione le autorità locali hanno cercato di adottare tutte le misure di contenimento possibile all’interno di una città che conta circa undici milioni di abitanti. Tra i vari provvedimenti che hanno avuto un’influenza diretta sulle attività quotidiane dei cittadini si è aggiunto quello di fondare i due nuovi ospedali.
A dare l’annuncio sul completamento della prima struttura sono state le stesse autorità cinesi. L’ospedale, dal nome Huoshenshan, avrà 1.000 posti letto e potrà prestare assistenza a circa 10.000 pazienti. L’edificio è stato consegnato ai medici militari che in questi giorni sono stati impegnati a lavorare costantemente per far fronte a tutti i casi della malattia. Nello specifico, come voluto dal capo della commissione centrale militare Xi Jinping, dentro l’ospedale ci saranno 1.400 dottori. Ci saranno 950 medici delle strutture sanitarie collegate della People’s Liberation Army Joint Logistic Support Force, mentre gli altri, saranno i membri delle università militari: esercito, marina e aeronautica. Assieme a loro anche degli esperti in materia di prevenzione di epidemie.
La maggior parte dei medici che opereranno dentro Huoshenshan, hanno avuto già in passato esperienze sul campo con casi gravi di malattie infettive, come ad esempio la Sars, nel 2003 e, le missioni
anti-Ebola in Sierra Leone e Liberia. Da domani quindi, si apriranno le porte del nuovo ospedale, mentre per l’altro, che prende il nome Lieshenshan, sarà necessario attendere fino al 6 febbraio prossimo.
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