La Corte europea dei diritti umani ha dichiarato inammissibile il ricorso contro l’Ilva di Taranto. Lo aveva proposto una donna di Taranto che, secondo i giudici, non ha dimostrato che siano state le emissioni dell’Ilva a causare la sua leucemia. Strasburgo ha così confermato quanto sostenuto dai magistrati italiani a cui la donna si era rivolta e che per ben due volte non avevano dato seguito alla denuncia della donna.
Il ricorso era stato presentato dai familiari di Giuseppina Smaltini, morta il 21 dicembre 2012 per una meningite che non poteva essere curata a causa della leucemia contratta dalla donna, secondo lei dovuta alle emissioni rilasciate dallo stabilimento dell’acciaio. Un caso che per due volte era finito in procura a Taranto. Le inchieste furono archiviate, in entrambi i casi, in quanto i magistrati ritennero insufficienti le prove di un nesso tra emissioni e malattia.
Dopo la morte della donna, il marito e i figli avevano ottenuto dalla Corte di Strasburgo la possibilità di poter continuare l’azione contro l’Italia.
Nel ricorso si sosteneva che le autorità avevano violato il diritto alla vita di Giuseppina Smaltini, perché esisterebbe, secondo i denuncianti, un nesso provato di causa ed effetto tra le emissioni dell’Ilva e la leucemia contratta. Ma la Corte non ha abbracciato la loro tesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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