«Nella società liberale, il sindacato ha una funzione sociale contro lo strapotere dei datori del lavoro; dà ai lavoratori la dignità, che loro compete, di persone libere». Lo ha scritto, in pagine memorabili, Luigi Einaudi, nel libro La Bellezza della lotta, pubblicato nel 1924, quando il fascismo era al potere. Nell'introduzione, Einaudi scrisse che il sindacato si stava burocratizzando e stava emergendo un modello neo corporativo, quello che il fascismo fece suo, ma è ben diverso da quello che ha dilagato dagli anni '70 in poi dando luogo all'ingessatura del mercato del lavoro e agli scioperi nei servizi pubblici. Il movimento sindacale, che è fermo a quella stagione, si sta frazionando in corporazioni sindacali settoriali e perde l'unico aspetto positivo che aveva il suo modello neo corporativo, quello della unità sindacale. Il sindacato della scuola sostiene che gli insegnanti possono scegliere se vaccinarsi o no, perché è un diritto culturale. La sicurezza degli alunni sarebbe garantita con i tamponi, che lo Stato deve erogare gratis e i direttori degli istituti dovrebbero far fare ai docenti sforniti di green pass. Dove è finito lo spirito sociale, per cui la lotta sindacale è fatta a favore dei più deboli? Gli alunni non sono forse i deboli, che rischiano il contagio? Ma la socialità di questi giganti egoisti non riguarda l'aiuto dei più forti ai più deboli, ma solo a chi ha la tessera sindacale. Maurizio Landini, leader della Cgil si concentra invece sulle fabbriche. Poiché il green pass non è obbligatorio ma facoltativo, i lavoratori hanno diritto a presentarsi al lavoro senza il passaporto vaccinale, anziché restare a casa senza retribuzione. Ci devono pensare i dirigenti delle aziende a evitare i rischi dei contagi. Il sofisma che Landini usa è grezzo: sono a favore di una legge che obblighi al green pass, se il governo non la fa vuol dire che lascia libertà di scelta. Un altro sofisma anche per il pass nelle mense aziendali: è illegittimo perché esse non sono ristoranti. Ma ciò riguarda il regime fiscale. Le norme edilizie considerano le mense aziendali come ristoranti. E sono particolarmente affollati, perché la pausa mensa è breve.
Come ha detto il presidente della Confindustria Carlo Bonomi, nell'intervento al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, la condotta dei sindacati rischia di frenare la ripresa e la creazione dei nuovi posti di lavoro. Questi sindacati sono solo dinosauri dell'epoca neo corporativa, mentre fuori c'è un mondo globale.
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