Questa mattina il teatro Moderno di Grosseto ha aperto le porte per accogliere la maxi udienza dell’incidente probatorio sulla "scatola nera" della nave Costa Concordia che lo scorso 13 gennaio si è incagliata al largo dell'Isola del Giglio. Tra i presenti gli avvocati, i consulenti e anche alcuni superstiti del tragico naufragio che sono stati identificati e verbalizzati nel foyer dai cancellieri dell'ufficio del gip del tribunale di Grosseto, prima di accedere alla platea e prendere posto nelle poltrone davanti al palco. Il procuratore Francesco Verusio ha contestato a Francesco Schettino e ad altri indagati, in particolare gli ufficiali a bordo della Costa Concordia, una nuova accusa: distruzione e deterioramento di habitat all’interno di un sito naturale protetto. La prossima convocazione è per il 21 luglio con la relazione dei periti oggi incaricati di rispondere ai quesiti proposti dalla Montesarchio.
Alla maxi udienza non solo era assente il comandante Francesco Schettino, ma non si sono presentati nemmeno gli altri otto indagati allo stato attuale dell’inchiesta. Erano invece presenti i rispettivi legali difensori e anche alcuni dei consulenti di parte. Oggi il gip Montesarchio ha deciso che la Costa non è più parte offesa nell’incidente probatorio. La decisione esclude la compagnia dalle parti offese, pur comunque ammettendola all’udienza nella prospettiva di una fase processuale in cui la compagnia potrà configurarsi come responsabile civile. In questo ruolo Costa mantiene nell’incidente probatorio facoltà di opponibilità che i suoi legali potranno esercitare comunque nella perizia.
A questo punto sono numerosi i dati che i periti e i consulenti delle parti si aspettano di ricavare dall’esame della scatola nera della Concordia. Si avrà così modo di conoscere la posizione della nave in mare, la velocità, l’orientamento, i dati "immagazzinati" dal sistema radar. Per quanto riguarda le comunicazioni all’interno e all’esterno della nave la scatola nera darà le registrazioni delle comunicazioni fra gli ufficiali presenti nei vari ponti della nave, tra cui quelle tra la plancia di comando e le sale macchine repentinamente allagate dopo l’urto contro lo scoglio. Ma anche quelle fra i ponti dove si trovavano le migliaia di passeggeri e la stessa plancia.
Nelle prossime settimane verranno, poi, estratte dalla scatola nera le comunicazioni tra la Concordia e le Capitanerie di porto di Livorno e Civitavecchia da quando cominciò a diffondersi l’informazione del disastro. Comunicazioni controverse che potrebbero costituire uno dei capisaldi dell’inchiesta. La scatola nera potrà fare luce sulla profondità del mare sotto la chiglia segnalata dall’eco-scandaglio nella rotta di avvicinamento al Giglio. Altri apparati potranno, invecem spiegare se e quando fu dato il segnale di allarme generale. Un altro dato molto importante sarà, infine, relativo alla posizione del timone e al suo funzionamento dopo l’urto, anche considerando che Schettino ha sostenuto di aver manovrato in emergenza e in modo tale da portare la nave il più possibile vicino al porto dell’Isola del Giglio.
"Schettino è un criminale - ha accusato Francesca Scaramuzzi di Biella prima dell'inizio della seduta - si può pensare di tutto ma mi auguro che venga fatta prima di tutto chiarezza e poi dovranno essere accertate le colpe". La procura di Grosseto ha nominato come suoi consulenti un docente universitario, un contrammiraglio delle Capitanerie di Porto e un capitano di vascello della Marina militare: i consulenti dei pm sono il professor Antonio Scamardella dell’Università di Napoli, il contrammiraglio Domenico Picone e il capitano di vascello della Marina Salvatore Carannante. I tre consulenti affiancheranno gli inquirenti per tutte le fasi relative all’incidente probatorio. "Speriamo che già da oggi emergano nuovi elementi", ha commentato l’avvocato Francesco Compagna che, insieme al collega Pietro Ilardi, rappresenta un gruppo di naufraghi della Concordia. Giuseppe Grammatico, oggi a Grosseto nella doppia veste di legale di una famiglia palermitana e di naufrago, ha accusato il comandante della Costa di non essere né scivolato né caduto sul tetto della scialuppa: "Io l’ho visto mentre abbandonava la nave con altre quattro persone".
"L’unico ufficiale che in plancia dette ordini diversi da quelli indicati dal comandante Francesco Schettino è stato il mio assistito Ciro Ambrosio", ha spiegato il difensore del primo ufficiale di coperta, l'avvocato Salvatore Catalano, prima di entrare nel Teatro Moderno. Secondo la difesa, Ambrosio sarebbe stato anche l’unico, anche in assenza di ordini del capitano, a far calare le scialuppe in mare dal ponte 4 per salvare i passeggeri a bordo.
"L’accusa non regge, Ciro Ambrosio non c’entra nulla - ha spiegato Catalano - il codice della navigazione è chiarissimo, il comandante in plancia della nave è superiore anche all’armatore, non credo che il mio assistito potesse far altro che obbedirgli".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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