Siamo nella terza era dei cibi, e in generale, dei prodotti biologici. È quanto ci viene da pensare parlando con Natale Mainieri, consigliere delegato di Organic Food Retail e responsabile dello sviluppo del progetto Almaverde Bio Market, il cui primo frutto è stata l'apertura di un negozio in corso Sempione, a Milano. Da qualche mese l'insegna Almaverde Bio Market è comparsa sulle vetrine di altri due punti vendita - a Bologna e a Reggio Emilia - mentre il 4 febbraio sarà inaugurata una quarta superficie a Parma. Con il lancio di questa catena retail, Organic Food Retail (controllata al 100% da Ki Group, il secondo distributore italiano di prodotti biologici, erboristici e naturali) valorizza ulteriormente l'accordo di licenza esclusiva con il consorzio Almaverde Bio Italia, proprietario dell'omonimo marchio.
Perché terza era dei prodotti biologici? «Fino a pochi decenni fa - spiega Mainieri - i cibi biologici erano acquistati da una nicchia di consumatori intellettuali. In seguito il bio è diventato un fenomeno di moda. Solo negli ultimi anni si sta trasformando in un grande mercato. L'acquirente tipo è di sesso femminile, età 35-65 anni, acculturato, in cui prevalgono professioni come dirigenti, professionisti e insegnanti. La prevalenza femminile si spiega anche con la forte presenza di madri preoccupate per la salute dei figli. A ogni modo, si tratta comunque di un target vasto».
Quello che nel frattempo non è cambiato è il significato di cibo biologico, ossia quello di alimento prodotto con metodologie che escludono l'uso di sostanze dannose per la salute, lo sfruttamento esasperato del suolo o il ricorso a sistemi di allevamento irrispettosi del benessere degli animali. «Il risultato - continua Mainieri - è che gli alimenti biologici offrono, in misura superiore a quelli convenzionali, genuinità, gusto e salubrità».
I cibi biologici hanno conquistato anche alcuni scaffali nella grande distribuzione, perché dedicarvi allora una catena di negozi? «Negli ultimi anni - risponde Mainieri - intorno al fenomeno dei cibi biologici, si sono aggregate anche altre tipologie di prodotti che aspetti valoriali quali il salutismo, l'ambientalismo, l'animalismo, la sostenibilità globale. Un mercato che, nel 2014, in Italia ha fatturato 3,1 miliardi, dei quali 1,9 generati dei consumi interni e 1,1 dall'export».
Una riprova dell'aumento dei prodotti biologici si ha girando tra gli scaffali di un Almaverde Bio Market, che ha tipicamente una superficie di circa 300 metri quadrati. «A listino - rileva il consigliere delegato di Organic Food Retail - abbiamo oltre 3.700 referenze, che vanno dalla frutta e verdura ai latticini, dai salumi alla carne al latte alle proteine vegetali». Sulla superficie trova spazio anche un'area bistrot. «Questa è una novità del nostro format - precisa Mainieri -. Le attività di vendita e di degustazione si sostengono a vicenda, aumentando il valore esperienziale di una visita a un Almaverde Bio Market. Per l'aspetto ristorazione ci avvaliamo della consulenza dello chef stellato Michelin, Luciano Monosilio. Chi si avvicina all'alimentazione bio deve sapere che con questi prodotti si possono preparare piatti saporiti e originali.
Siamo lontani dall'immagine un po' triste e minimalista del biologico prima generazione».A favorire l'approccio ai prodotti bio, conclude Mainieri, sono altri due trend: la cultura vegana in decisa ascesa e la crescente attenzione verso le intolleranze alimentari.
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