Riprenderà domani in Corte d'Appello a Torino, a sei anni di distanza dal ritrovamento, il processo per Aldo e Alfio Pepino, padre e figlio di 81 e 42 anni, ed Elda Allinio, i familiari di Graziella Giraudo, la "santona" di Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo, trovata mummificata la notte del 27 ottobre 2013, all'interno dell'abitazione che la donna condivideva con Rosa Giraudo, il giorno dopo i funerali di quest'ultima.
La storia
Secondo quanto riportato da La Stampa, fino al momento del ritrovamento del corpo si pensava che la donna fosse in viaggio da tanti anni, ma secondo l'autopsia morì, invece, nell'aprile del 1996 per cause naturali, in una villetta di via Pedona a Borgo, dove si era trasferita poco dopo la separazione dal marito. In base alle prime informazioni, naturale sarebbe stata anche la mummificazione del suo corpo.
Il segreto e l'occultamento del cadavere
Il segreto di quel corpo all'interno della casa venne mantenuto per 17 anni, ma nel marzo del 2015 ci furono otto rinvii a giudizio al processo di primo grado in tribunale a Saluzzo. Nella sentenza, per l'occultamento di quel cadavere, vennero pronunciati due patteggiamenti, tre condanne (con sospensione condizionale della pena) e tre assoluzioni. Accusati di aver nascosto il corpo della donna, l'ex marito, i figli, il genero e sua sorella. La figlia e il marito, che abitavano a fianco dell'abitazione della donna, avevano patteggiato un anno di reclusione, mentre per gli altri tre familiari, che scelsero il ritoa bbreviato, il pubblico ministero chiese due anni, ma il giudice dimezzò la pena.
Assolti con formula piena gli altri tre imputati per favoreggiamento, che insieme ai congiunti della "santona" facevano parte di un gruppo di preghiera ed erano convinti che Graziella avesse il potere di tornare in vita. Domani previsto il processo d'appello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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