Da 32 mesi tiene banco la vicenda umana e giudiziaria per l’uccisione di Sarah Scazzi. Ecco le tappe principali dell’inchiesta e del processo per l’uccisione di Sarah Scazzi.
26 agosto 2010. Sarah Scazzi esce da casa ad Avetrana (Taranto) per recarsi al mare con la cugina Sabrina Misseri. Scompare nel nulla.
6 ottobre 2010. Michele Misseri confessa di aver ucciso Sarah, strangolandola, e fa ritrovare i resti del corpo in un pozzo nelle campagne di Avetrana.
15 ottobre 2010. Michele Misseri chiama in correità nel delitto la figlia Sabrina, che finisce in cella.
5 novembre 2010. Michele Misseri accusa la figlia Sabrina di aver ucciso Sarah.
19 novembre 2010. Nell’incidente probatorio Michele Misseri conferma le accuse del 5 novembre nei confronti della figlia.
Dicembre 2010. Michele Misseri comincia a scrivere lettere, sostenendo che ha fatto tutto lui, dal delitto alla soppressione del cadavere.
23 febbraio 2011. I carabinieri arrestano Carmine Misseri e Cosimo Cosma, fratello e nipote di Michele Misseri, per concorso in soppressione di cadavere.
10 marzo 2011. Il Tribunale del Riesame scarcera Carmine Misseri e Cosimo Cosma.
26 maggio 2011. Viene arrestata Cosima Serrano, moglie di Michele Misseri e madre di Sabrina. È accusata di concorso in omicidio e sequestro di persona. Analogo provvedimento viene notificato a Sabrina in carcere.
30 maggio 2011. Michele Misseri viene scarcerato. Ora è accusato solo di soppressione di cadavere.
1 luglio 2011. La Procura chiude le indagini preliminari.
29 agosto 2011. Dinanzi al gup comincia l’udienza preliminare, che si chiuderà con nove rinvii a giudizio, tre assoluzioni e un proscioglimento.
10 gennaio 2012. Comincia il processo dinanzi alla Corte di Assise di Taranto.
17 luglio 2012. Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri, citate dall’accusa, si avvalgono della facoltà di non rispondere. Stessa cosa fanno Carmine Misseri e Cosimo Cosma.
29 ottobre 2012. Michele Misseri, citato dall’accusa, non risponde alle domande.
20 novembre. Cosima Serrano, citata alla difesa, non risponde.
20 novembre. «Reputavo Sarah una sorella minore, non una cugina, e la trattavo di conseguenza. Qualche rimprovero sì, ma non litigi»: lo dichiara Sabrina Misseri durante l’esame della difesa.
5 dicembre. «Ho ucciso io Sarah, questo rimorso non lo posso più portare dentro di me». Lo dichiara Michele Misseri e il suo difensore, Armando Amendolito, rimette il mandato. Viene sostituito di ufficio dall’avv. Luca Latanza.
29 gennaio. Uno dei sei giudici popolari viene ’pescatò mentre esprime giudizi poco lusinghieri su una testimone e viene sostituito.
5 marzo. La Procura di Taranto conclude la requisitoria cominciata il 25 febbraio dal pm Mariano Buccoliero, e formula le richieste di condanna.
25 marzo. Viene diffuso un ’fuori ondà tra presidente della Corte e giudice a latere; la difesa di Sabrina chiede alla Corte se non intenda astenersi dal processo.
26 marzo.
15 aprile. Chiuse le repliche. Alle 17.30 la Corte si ritira in camera di consiglio per la sentenza.
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