In una lettera firmata da 67 deputati e inviata al presidente della Camera, Roberto Fico, si legge una denuncia riguardante la mancanza delle norme di sicurezza adottate in Parlamento. Nella missiva, visionata dall’Adnkronos, viene sottolineato che in un momento di emergenza per l’intero Paese, dove tutta la popolazione si sta impegnando per attuare e rispettare le più rigide misure sanitarie di controllo e prevenzione nei confronti del coronavirus, in uffici e ambienti di lavoro pubblici e privati, in Parlamento le regole non vengano rispettate.
I deputati scrivono a Fico
I parlamentari hanno sottolineato come sia “gravissimo che nel momento in cui, preparandoci alla fase più delicata delle riaperture, nel momento in cui chiediamo a datori di lavoro, lavoratrici e lavoratori cambiamenti delle loro abitudini, il Parlamento italiano, che dovrà decidere delle regole da applicare in tutta Italia, né sia di esempio né si attenga alle minime disposizioni di sicurezza. Come possiamo pensare di rappresentare il Paese, nel momento in cui noi stessi mettiamo in atto comportamenti di facciata invece di cambiamenti sostanziali nel come lavoriamo e come gestiamo le nostre giornate?”.
Le richieste rimaste inascoltate
I firmatari della lettera hanno sottolineato che durante la seduta del 24 aprile erano in troppi. Hanno anche ricordato che lo scorso 27 marzo era stato promosso un appello pubblico, al quale hanno aderito molti parlamentari, nel quale veniva richiesta l’adozione di tutte le misure di sicurezza e della possibilità di lavoro agile e da remoto. “In risposta e a fatica, ci è stato concesso il minimo: da remoto solo riunioni degli Uffici di presidenza e audizioni informali. Non si è raccolto nemmeno l'appello di altri colleghi di valutare la possibilità di tenere le sedute parlamentari in un luogo diverso da Montecitorio” hanno dichiarato i deputati nella lettera. Denunciando anche che non è stata presa in considerazione la possibilità di votazioni da remoto, né la discussione nelle Commissioni secondo questa modalità. Secondo i parlamentari si è lasciato correre, pensando di non intervenire, tanto il tempo avrebbe risolto il problema.
Un pericolo, anche mortale, per i soggetti a rischio
“Si è lasciato il tutto ad accordi ipotetici su presenze diradate in Aula, ben sapendo che sono accordi tra gentiluomini e che l'imposizione di un accordo su presenze ridotte in Aula sarebbe semplicemente anticostituzionale”. La situazione limite, secondo quanto denunciato dai deputati nella missiva, si sarebbe verificata nella giornata di venerdì 24 aprile, quando opposizione e maggioranza erano presenti in forze in aula. Troppi, senza misure di sicurezza. Inoltre, nella lettera a Fico, è stato sottolineato che anche in Parlamento vi sono soggetti particolarmente a rischio, o che convivono o assistono persone a rischio, come avviene negli altri posti di lavoro.
Con conseguenze gravissime, se non mortali, nel caso venissero contagiati. “Non è più il tempo delle attese, delle non soluzioni, dello sperare che non ci si accorga dei problemi” hanno attaccato i deputati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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