Detenuto di 22 anni muore in carcere a Genova

È stato durante la consegna del latte, che gli agenti della polizia penitenziaria si sono accorti che il ragazzo dentro al letto non rispondeva. Hanno provato a svegliarlo, ma senza riuscirvi

Detenuto di 22 anni muore in carcere a Genova

Un detenuto italiano di 22 anni è stato trovato morto, verso le 7.30, nel carcere di Marassi, a Genova. Ancora in fase di accertamento le cause del decesso. È stato durante la consegna del latte, che gli agenti della polizia penitenziaria si sono accorti che il ragazzo dentro al letto non rispondeva. Hanno provato a svegliarlo, ma senza riuscirvi.

A quel punto hanno allertato i soccorsi, ma non c’era più nulla da fare. Il ventiduenne si trovava recluso per problemi di droga. “Era entrato in carcere, poche ore prima, nel pomeriggio di martedì - commenta Michele Lorenzo, segretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria Sappe -. Oltre al dolore per l'ennesima giovane vita stroncata dietro le sbarre, questa morte getta inquietanti interrogativi sul come sia possibile che una persona così giovane possa morire a così breve distanza dal suo ingresso in struttura”.

Prosegue Lorenzo: “Alla Procura il compito di fare luce su queste misteriose morti, mentre l'amministrazione penitenziaria assiste impassibile ed inerme collezionando l'ennesima sconfitta. Criticità di questo genere caricano sempre più di responsabilità i nostri agenti. In Liguria abbiamo una carenza d’organico pari a trecento unità; mentre il solo carcere di Marassi conta 750 detenuti, su 548 posti disponibili, con un forte sovraffollamento”.

Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, punta l’attenzione sulla situazione sanitaria critica nelle carceri liguri. “E' allarmante - avverte - . Secondo recenti studi di settore è stato accertato che il 60-80 per cento dei detenuti soffre di almeno una patologia. Questo significa che almeno due detenuti su tre sono malati".

Tra le malattie più frequenti ci sono quelle infettive, che interessano il 48 per cento dei reclusi; quindi i disturbi psichiatrici (32 per cento), le malattie osteoarticolari (17 per cento), quelle cardiovascolari (16 per cento), problemi metabolici (11 per cento) e dermatologici (10 per cento).

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