"Quando ho saputo della morte di Andrea Mongiardo sono rimasto scioccato, sono molto triste", commenta così Reginald, il padre del piccolo Nicholas Green, la scomparsa del giovane romano che da 22 anni viveva grazie al cuore di suo figlio.
Andrea Mongiardo è morto a causa di un linfoma all'età di 37 anni. La sua vita è stata ricca di emozioni, gioie e dolori. Ogni attimo è stato vissuto come se fosse l'ultimo perché Andrea sapeva benissimo che quel dono di Nicholas era un bene prezioso e delicato. Ma dopo 22 anni e quattro mesi, è finito tutto e ora il padre di Nicholas Green vive questa morte con la stessa intensità di quando ha perso il suo amato figlio.
Contattato telefonicamente dal Corriere della Sera, Reginald Green parla del suo dolore. "Anche Andrea era mio, un mio nipote posso dire. L'ho visto tre o quattro volte in tutto, ma non è il numero che conta. Di Nicholas aveva il cuore nel suo petto. E quindi era nel mio cuore. Adesso che quel cuore ha smesso di battere...". Reginald Green interrompe il suo racconto perchè le lacrime gli spezzano la voce. Poi riprende.
"Quando ho saputo di Andrea - continua - ho scritto una mail ai suoi genitori. Ho cercato di trasmettere il mio dolore come potevo. Di telefonare non me la sono sentita: cosa si può dire a una madre e a un padre che perdono un figlio? Non ci sono molte parole che possono alleviare la loro pena. Spero abbiano sentito almeno il mio abbraccio".
"Quante persone sono potute vivere grazie a suo figlio?", domanda il giornalista del Corriere della Sera. Reginald: "Sette persone hanno ricevuto i suoi organi. Due hanno avuto le cornee, un'altra il pancreas di Nicholas, ma quest'ultima è morta. Un dolore forte anche questo, però il cuore mi sta facendo un altro effetto. Avevo conosciuto Andrea quando era diventato maggiorenne, ovvero tre anni dopo il trapianto del cuore. Aveva gli occhi brillanti. Mi guardò con dolcezza e mi disse: grazie. Voglio tenermelo nel cuore quell'incontro".
La donazione degli organi di Nicholas Green è stata una svolta in Italia, è stata una scelta pionieristica nel nostro Paese. "Quando è morto mio figlio - spiega Reginald - di questi trapianti quasi non se ne facevano qui in Italia.
Adesso so che sono diventate migliaia e migliaia le persone che vivono grazie a organi trapiantati. Nonostante la scelta non è stata facile, siamo felici perché abbiamo potuto produrre un cambiamento così importante".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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