L'Italia cambia (ancora) colore. Spunta la data della riapertura

9 regioni in zona rossa e 11 in arancione. Gli alunni tornano in classe e i governatori premono per aprire il 20 aprile

L'Italia cambia (ancora) colore. Spunta la data della riapertura

Terminato il periodo pasquale da domani, martedì 6 aprile, ritornano i colori per le regioni e da mercoledì si riaprono le scuole. Dopo tre giorni di lockdown tornano a cambiare le regole.

Regioni arancioni e rosse

Saranno due regioni e una provincia a cambiare colore, ovvero il Veneto, le Marche e la Provincia di Trento che diventeranno arancioni. Con loro anche Sicilia, Sardegna, Basilicata, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria, Liguria, più la Provincia autonoma di Bolzano. In rosso ci saranno invece, a causa dell’incidenza superiore alla soglia di 250 casi per 100mila abitanti, Valle d’Aosta (380), Piemonte (337), Friuli Venezia Giulia (331), Puglia (318), Emilia-Romagna (297), Lombardia (268), Toscana (260). Calabria e Campania dovranno restare colorate di rosso per almeno altre due settimane, dato che mostrano un valore dell’Rt, l’indice di contagio, superiore a 1,25. Anche la Valle d’Aosta supera questo valore.

Riapertura scuola in presenza

Dal prossimo mercoledì, 7 aprile, fino alla fine del mese, riapriranno in presenza le classi fino alla prima media anche se situate in zona rossa, e non sarà possibile per le Regioni firmare ordinanze più restrittive. Probabilmente, la scuola primaria e la prima media inferiore saranno in classe in tutta Italia fino alla fine dell'anno scolastico. In zona arancione tutti gli alunni fino alla terza media potranno seguire le lezioni in presenza. Per gli alunni delle superiori dovrà essere “garantita l’attività didattica in presenza ad almeno il 50 per cento, e fino a un massimo del 75 per cento”. Il governo, secondo quanto contenuto nell’ultimo Decreto Covid, potrebbe decidere di allentare le restrizioni, in quanto l'obiettivo è quello di riportare in presenza tutti gli studenti. Nell'articolo di legge, che entrerà nel prossimo Consiglio dei ministri, viene spiegato che “dal 7 aprile al 30 aprile è assicurato in presenza sull'intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi per l'infanzia dell'attività scolastica e didattica dell'infanzia, della scuola primaria e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado". Subito dopo viene riportato che “la disposizione di cui al primo periodo non può essere derogata da provvedimenti dei presidenti delle Regioni e delle province autonome". Nessuna possibilità quindi per i governatori di cambiare l’ordinanza, come era invece avvenuto in passato.

Il caso della Puglia

Dal 7 aprile al 30 aprile l'attività didattica delle scuole di ogni ordine e grado in Puglia si svolge in applicazione dell'articolo 2 del decreto-legge 1 aprile 2021 n.44 (Disposizioni urgenti per le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado). Lo prevede una ordinanza firmata dal presidente della Regione Michele Emiliano relativa a "misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da covid19". In applicazione della possibilità di deroga prevista nella seconda parte del comma 1 dell'articolo 2 del decreto-legge 1 aprile 2021 n.44, "le istituzioni scolastiche della scuola primaria, della secondaria di primo grado, di secondo grado e nei Centri provinciali di istruzione degli adulti devono garantire la didattica digitale integrata a tutti gli alunni le cui famiglie richiedano espressamente di adottarla, in luogo dell'attività in presenza". Questo è quanto previsto nell'ultima ordinanza firmata dal presidente della Regione, Michele Emiliano.

Saranno circa 230mila i bambini che faranno ritorno negli asili nido. Ovvero sono quelli che fino a ieri sono rimasti a casa, e cioè il 72% dei 323mila bimbi di età compresa tra 0 e 3 anni, iscritti ai servizi educativi per l'infanzia. Saranno soprattutto le regioni del Nord a beneficiare della nuova ordinanza, dato che a causa delle ultime restrizioni, solo il 3,8% dei bambini del Nord-Est e l'8,6% del Nord-Ovest iscritti ai nidi potevano frequentarli.

Ritorno in Italia: quarantena prorogata

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha prorogato al prossimo 30 aprile le misure che regolano l'ingresso in Italia, con la quarantena di 5 giorni, per tutti coloro che hanno soggiornato o transitato nei 14 giorni precedenti nei Paesi della Comunità europea. A partire dal 7 aprile saranno classificati nell'Elenco C, come Stati sicuri, anche l'Austria (con limitazioni specifiche per la Regione del Tirolo, dove resterà in vigore la quarantena di due settimane per chi arriva), Israele, il Regno Unito e l'Irlanda del Nord. Per il viaggiatore che proviene da questi Paesi o dagli altri già contemplati in lista (Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca con incluse isole Faer Oer e Groenlandia, Estonia, Finlandia, Francia compresi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi ad eccezione dei territori situati al di fuori del continente europeo, Polonia, Portogallo incluse Azzorre e Madeira, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna inclusi territori nel continente africano, Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra e Principato di Monaco) non sarà più obbligatorio stare in isolamento fiduciario per due settimane. L'ordinanza di Speranza prevede infatti che, per coloro che fanno rientro in Italia, sia obbligatorio:

sottoporsi a tampone (molecolare o antigenico) effettuato nelle 48 ore prima dell'ingresso in Italia e il cui risultato sia negativo;

sottoporsi, indipendentemente dall'esito del test molecolare o antigenico, alla sorveglianza sanitaria e all'isolamento fiduciario per un periodo di 5 giorni

sottoporsi al termine dell'isolamento di cinque giorni a un altro test molecolare o antigenico. Resta invariato l'obbligo di quarantena di 14 giorni per chi è stato nei Paesi al di fuori dell'Unione Europea.

Pressing delle regioni per riaprire il 20

Le Regioni sono in pressing per poter riaprire dal 20 aprile. Vi è la possibilità che la prossima settimana venga convocata la Cabina di regia del governo per parlare di eventuali riaperture. Il provvedimento potrebbe essere contenuto in una delibera che dovrebbe essere approvata in Cdm.

Le regioni vorrebbero valutare le riaperture subito dopo il 20 aprile, nel caso venga riscontrato un miglioramento dei dati epidemiologici. Dal mese di maggio potrebbero riaprire anche le attività chiuse da mesi, come per esempio le palestre.

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