Un dovere morale: non diventare come loro

Quando gli americani decisero di produrre la prima bomba atomica con il progetto Alamo, non avevano la più pallida idea dei danni che l'ordigno avrebbe prodotto

Un dovere morale: non diventare come loro
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Quando gli americani decisero di produrre la prima bomba atomica con il progetto Alamo, non avevano la più pallida idea dei danni che l'ordigno avrebbe prodotto. Poi se ne resero conto quando videro con i propri occhi i risultati dei test nel deserto del New Mexico. E provarono angoscia e terrore quasi tutti gli scienziati, tra cui il fisico italiano Enrico Fermi. Dal momento che il Giappone non voleva arrendersi e ogni battaglia costava tra i sessanta e i centomila morti, il 6 agosto del 1945, alle 8.16 del mattino, mentre i bambini di Hiroshima salivano sui pulmini per andare a scuola, fu sganciato l'ordigno chiamato giocosamente «Little boy», che provocò centomila vittime all'istante e poi altre centomila nei venti anni successivi. Una seconda bomba fu sganciata su Nagasaki, meno popolata.

Ovviamente non si può fare un paragone con le testate schierate oggi da entrambi gli schieramenti nel conflitto ucraino. Ci sono infatti bombe e bombe. Le cluster bombs che Biden ha deciso di inviare all'esercito di Kiev non hanno nulla a che vedere con le atomiche, ma uccidono in maniera cieca e perversa. Le bombe «secondarie», che cadono in grappoli, spesso restano inesplose anche anni prima di dilaniare qualsiasi essere vivente senza alcun senso militare, producendo al contempo infinito terrore e strazio. Come la bomba di Hiroshima, hanno un grande potere distruttivo per la ferocia e la casualità con cui esplodono e uccidono. La decisione di inviarle a Zelensky è stata presa con confessata amarezza dal presidente americano Biden, e infatti è una decisione che eleva il livello di mostruosità della guerra. I russi fin dall'inizio hanno usato queste armi proibite dalle leggi internazionali, negando poi l'evidenza.

Purtroppo, su ciascuno di noi pesa una qualche dose di pregiudizio nei confronti degli Stati Uniti: maledetti americani o benedetti americani, a seconda dei casi. Molte reazioni sono dunque scontate. La Federazione russa ha scatenato una invasione non soltanto illegale ma di deliberata ferocia, come vediamo quando i missili russi colpiscono con millimetrica precisione ristoranti affollati, ospedali per bambini oncologici, abitazioni civili. Di qui la domanda, morale e non militare: è lecito sostenere che l'Occidente possa fornire all'Ucraina le stesse armi vietate perché terroristiche, visto che quelle stesse armi sono state già usate dagli aggressori russi?

Si direbbe proprio di no, visto che lo stesso presidente americano ha voluto fare sapere al mondo intero quanto sia stata sofferta la sua decisione, anche se le bombe a grappolo non sono destinate alle città russe ma alle trincee del loro esercito invasore. In termini morali, abbiamo il dovere di fronteggiare chi si mette dalla parte del male. Ma farlo con i suoi metodi non può non farci provare nausea.

Noi occidentali siamo più severi con noi stessi di altri popoli e abbiamo il dovere di deplorare l'uso del terrore come arma. Il dovere di evitare di metterci sullo stesso piano di chi aggredisce e combatte nella più assoluta illegalità.

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