Draghi sul G20 convince tutti

Mario Draghi guarda soprattutto al bicchiere mezzo pieno e non nasconde una certa soddisfazione per aver ottenuto un sostegno condiviso al format del G20 come tavolo più appropriato per discutere della crisi in Afghanistan

Draghi sul G20 convince tutti

Mario Draghi guarda soprattutto al bicchiere mezzo pieno e non nasconde una certa soddisfazione per aver ottenuto un sostegno condiviso al format del G20 come tavolo più appropriato per discutere della crisi in Afghanistan. Quello mezzo vuoto, invece, è il sostanziale fallimento della mediazione che aveva l'obiettivo di prorogare oltre il 31 agosto la scadenza per il definitivo abbandono di Kabul. Nonostante le dichiarazioni di circostanza dei leader del G7 al termine del summit che si è tenuto ieri in videoconferenza, le posizioni sull'Afghanistan sono infatti restate distanti anche all'interno dell'Alleanza Atlantica. Con gli Stati Uniti che non hanno esitato a ratificare la deadline del 31 agosto, facendo di fatto cadere nel vuoto il tentativo dell'Ue di provare a guadagnare qualche giorno in più, così da riuscire a favorire l'evacuazione di buona parte dei circa 20mila afghani che in queste ore si accalcano intorno all'aeroporto di Kabul. Sul punto Joe Biden è stato però irremovibile, seguendo le raccomandazioni del Pentagono, fortemente contrario a prorogare la permanenza americana visto anche l'avvicinarsi del ventesimo anniversario delle Twin Towers. E ignorando completamente il pressing di Londra, Roma, Berlino e delle stesse istituzioni comunitarie. Non è un caso, quindi, che i leader europei tengano sul punto una posizione volutamente generica. Con Boris Johnson che insiste sulla necessità di «garantire entro il 31 agosto e oltre un passaggio sicuro per gli afghani». Un «oltre» che non è altro che un auspicio, visto che nel documento finale non se ne fa riferimento. Anche Draghi, però, sottolinea la necessità di «mantenere un canale di contatto dopo la scadenza del 31 agosto» e «la possibilità di transitare dall'Afghanistan in modo sicuro». Così come, spiega il premier, «dobbiamo assicurare che le organizzazioni internazionali abbiano accesso all'Afghanistan anche dopo questa scadenza». L'ex numero uno della Bce auspica poi un «approccio coordinato e comune» sul tema immigrazione. Fino ad oggi, dice, a «livello europeo e internazionale non si è stati in grado di farlo».

Durante il summit a sette, poi, il premier italiano torna a ribadire la necessità di allargare il tavolo di confronto a Cina e Russia, gli unici che con i talebani hanno un interlocuzione diretta. Come pure vorrebbe coinvolgere Turchia, Arabia Saudita e India, Paesi centrali nell'area. Per gestire davvero l'evoluzione della crisi afghana (una «oggettiva débâcle», spiega il ministro della Difesa Lorenzo Guerini), gli aiuti umanitari, la questione migranti e la lotta al terrorismo, secondo Draghi il G7 deve «mostrarsi unito nell'aprire relazioni con altri Paesi». In questo senso, insiste il premier che sul punto si sta spendendo da giorni, «il G20 può aiutare il G7 nel coinvolgimento di altri Paesi che sono molto importanti perché hanno la possibilità di controllare ciò che accade in Afghanistan». L'idea sul tavolo, dunque, resta quello di anticipare alla prima o alla terza settimana di settembre il G20 a presidenza italiana già in programma a Roma per il 30 e 31 ottobre. Una proposta che avrebbe avuto il via libera di Biden. Ma solo per un summit in videoconferenza e con l'Ue compattamente schierata con Washington nell'interlocuzione con Pechino e Mosca. Altrimenti il presidente americano potrebbe tornare sui suoi passi.

Sull'opportunità di anticipare il G20 e di farne l'occasione per affrontare la crisi in Afghanistan, ieri è arrivato anche il via libera dell'Unione Europea. Durante il G7 si sono espressi a favore prima Johnson e poi Emmanuel Macron. «Dobbiamo lavorare con i Paesi della regione. Il G20 è il giusto formato per discutere questioni più ampie in modo diverso», è invece l'assist dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Che aggiunge: «Draghi è un membro del G7 e, alla luce del G7 odierno, sono sicura seguiranno altri passi». Sulla stessa linea il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel: «Il presidente del G20, Mario Draghi, sta pianificando un'iniziativa nel quadro di questo format». «Anche noi - spiega - pensiamo che occorra parlare con altri membri della comunità internazionale per dare un segnale forte sull'Afghanistan».

Nonostante non sia arrivata l'intesa sulla proroga della data per l'evacuazione da Kabul, Draghi può dunque dirsi soddisfatto.

Oggi dovrebbe sentire al telefono il presidente cinese Xi Jinping, mentre venerdì incontrerà a Palazzo Chigi il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. Due passaggi decisivi - soprattutto il primo - nella strada che porterà al G20.

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