Partiamo da un dato: ogni anno soltanto dalla Sicilia vanno via 25mila persone e 100mila nel Mezzogiorno, ogni famiglia ha un figlio o un nipote che va via, figli che vanno al Nord per guadagnare una media di 1200 euro al mese. Stipendi che spesso vengono integrati con almeno altri 500-600 al mese dalle famiglie che probabilmente acquisteranno al Nord beni immobili. Una tendenza che porterà alle svalutazioni degli immobili delle regioni del Sud depauperate oltremodo. "La verità – spiega l'economista Pietro Busetta – è che ci sono due Paesi, due Italie e le previsioni ci indicano che nemmeno nel 2027 raggiungeremo al Sud i livelli del 2008 e noi in Sicilia restiamo sempre ultimi rispetto al resto del Mezzogiorno. La situazione in Sicilia resta drammatica con 1 milione 350 mila occupati, abbiamo perso almeno 150 mila occupati rispetto a una decina d’anni fa e il Mezzogiorno non può essere lasciato al suo destino perché il rischio è che si tira dietro di sé il resto d’Italia”.
In questi anni si è riscontrato un aumento forte della povertà, specialmente al Sud. "L’economia del Mezzogiorno - afferma l'economista Luca Paolozzi - in questi anni ha sofferto perché è calata in generale l’economia italiana e ha sofferto di più nella seconda fase della recessione in cui si sono registrati il congelamento degli stipendi pubblici e il taglio degli investimenti pubblici, cioè la fonte primaria dell’economia del Sud. Nel 2018 i poveri assoluti sono saliti da 1,8 a 5 milioni, +178%, al Nord da 688mila a 1,9 milioni (+175%), al Sud da 787mila a 2,4 milioni (+199%). E la soglia di povertà per una famiglia con tre persone è di 1.027 euro al mese in una grande metropoli del Nord, mentre in un piccolo comune del Sud è di 684 euro”.
E allora, ecco l'iniziativa per fermare l'emigrazione di imprenditoria e menti che potrebbero investire sull'isola. Si chiama Resto al Sud e vuole incentivare e sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno, attraverso misure di incentivo e finanziamento alle imprese. Il bonus Resto al Sud è riservato ai giovani di età compresa tra i 18 e i 45 anni purché siano residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e 2017. L'iniziativa prevede la copertura integrale del finanziamento, tramite la copertura del 100% dei costi di avvio delle nuove attività imprenditoriali: per il 35% sotto forma di contributo a fondo perduto, mentre per il restante 65% tramite finanziamento bancario assistito dal Fondo di garanzia per le PMI. Tutte le domande sono valutate e finanziate in base all'ordine di arrivo e fino ad esaurimento delle risorse (che per il 2019 ammontano a 462 milioni di euro. Al 15 novembre di quest'anno sono state compilate 12.995, di cui 9.591 sono le istanze presentate e 4.028 quelle approvate.
Secondo il regolamento di Invitalia: l'agevolazione economica consiste in un finanziamento che va da 50mila euro per la creazione ex novo di attività imprenditoriali e fino a 200mila euro in caso di società da ristrutturare ed è destinato a coprire i costi e le spese di partenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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