Linea dura doveva essere e, almeno nelle intenzioni del governo, linea dura è stata. Matteo Piantedosi, ex prefetto di Roma e neo ministro dell'Interno, ha fatto in pochi giorni tre cose che la Lamorgese non è riuscita a fare in tre anni. Mettiamole in fila.
1. Ha fermato due navi di ong straniere, cariche di immigrati, che stavano entrando nelle nostre acque territoriali. Garantendo l'assistenza e il diritto di sbarco per problemi di salute, ma non retrocedendo neppure di un millimetro sul divieto di attracco per i natanti che non battono bandiera italiana.
2. Ha tenuto duro e difeso la polizia durante il sacrosanto sgombero della Sapienza, occupata per protestare contro un esecutivo appena nato e contro il risultato di un'elezione democratica. Ma, soprattutto, ha permesso che venisse difesa una libertà fondamentale come il diritto allo studio.
3. Ieri il segnale definitivo, anche simbolico, del cambio di passo rispetto a chi sedeva alla sua scrivania nel precedente governo. Piantedosi, senza tanti tentennamenti, ha ordinato al prefetto lo sgombero di tremila persone che stavano dando vita a un rave illegale a poche centinaia di metri dal casello di Modena Nord. La folla, al momento, non è stata ancora dispersa (il prefetto tentenna), ma è il primo assaggio dei provvedimenti durissimi in materia che oggi il ministro porterà in Cdm, tra i quali non solo sgomberi più efficaci, ma anche il sequestro dei mezzi e delle apparecchiature di chi organizza feste abusive.
Una linea che è l'esatto opposto di quella che portò allo sfacelo del lago di Mezzano nell'agosto del 2021, quando l'allora responsabile del Viminale non riuscì a fermare un party illegale per sei giorni. Nemmeno Woodstock è durato così tanto.
Ripetiamo: sei giorni di paura, delirio e devastazione nella totale illegalità (per altro durante una pandemia), con un ragazzo morto e le forze dell'ordine obbligate a stare a braccia conserte. Fate una prova. Se chiudete gli occhi e pensate alla Lamorgese, l'unica cosa che vi ricorderete del suo transito a Palazzo è proprio questo disastro: praticamente una ministra dei rave.
In un Paese normale, tre provvedimenti così rapidi ed efficaci non farebbero grande notizia. Ma dalle nostre parti purtroppo sono merce rara.
E ci piacerebbe che quello dell'ex prefetto di Roma diventasse un metodo per tutto l'esecutivo: velocità e determinazione, senza bisogno di suonare troppo la grancassa. Se il buongiorno si vede dal mattino, almeno dal punto di vista della sicurezza, la discontinuità con il precedente governo è netta. Esattamente quello che chiedevano gli italiani.
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