"Ecco cosa c'è dietro questa crisi dell'Occidente"

L'Occidente è in crisi perché ha rifiutato la cristianità e l'identità greco - romana. Questa la sintesi del pensiero di Legutko, noto filosofo polacco, che spera pure nella comparsa di un'opposizione alla liberaldemocrazia, mediante il prossimo appuntamento elettorale

"Ecco cosa c'è dietro questa crisi dell'Occidente"

L'Occidente sta attraversando una crisi senza pari. Questa, in sintesi, è la premessa necessaria per comprendere il punto di vista di Ryszard Antoni Legutko. Il professore di filosofia antica, noto pure per essere un eurodeputato appartenente al gruppo parlamentare dei Conservatori e riformisti, è stato intervistato da La Verità.

Il primo passaggio dell'intellettuale è dedicato al concetto di speranza. Quella che "Legutko" chiama "salvezza delle singole anime", propria della cultura classica e della religione cristiana, sarebbe stata in qualche modo trasformata in un'ideologia salvifica, passante per lo strumento della politica. "Oggi - spiega - questa ideologia è quella liberaldemocratica, che è ritenuta rappresentare le più alte aspirazioni del genere umano".

Il primo assunto è chiaro: Legutko approfondisce come, stando alla sua visione, la liberaldemocrazia avrebbe fatto credere ai cives di essere stati liberati dalle preoccupazioni per la res pubblica. Ma l'effetto di questa liberazione non sarebbe senza conseguenze: tutti staremmo perdendo qualcosa in termini di umanità. Un certo tipo di equilibro tra cittadini e governanti, inoltre, sarebbe andato perduto.

Poi i riferimenti a Huxley e Tocqueville, che meglio di altri, secondo il professore, sono stati in grado di analizzare e interpretare l'odierno rapporto dell'uomo con la politica: "Quasi duecento anni fa - continua il filosofo - Alexis de Tocqueville spiegò acutamente come in una società democratica le persone possono perdere la loro indipendenza intellettuale senza rendersene conto". La democrazia in America, il libro chiave di Tocqueville, è incentrato proprio su questo. I processi decisionali, sarebbero stati affidati a pochi, mentre la maggioranza delle persone, quella "silenziosa", si sarebbe fatta da parte in una sorta di ritiro privatistico e utilitario.

Ma è la cancellazione della cristianità e dell'identità greco - romana, per Legutko, a risultare decisiva in termini di svilimento etico - politico. Il Vecchio Continente, quello che per Hegel si era formato attraverso le esperienze di Roma, Atene e Berlino, sarebbe ormai intriso di multiculturalismo, che il filosofo polacco non esita a definire "difettoso". Anzitutto perché farebbe finta di non recepire l'esistenza della contesa del potere, poi perché avrebbe terminato l'opera di distruzione delle certezze dell'Occidente per come lo avevano conosciuto i nostri padri. L'Europa avrebbe accettatto quello che Legutko chiama "odio per il parto e per la vecchiaia" condannandosi così a una scomparsa demografica.

Tra i virgolettati più interessanti, quelli relativi alle prossime elezioni europee: "Oserei dire - risponde Legutko a una domanda sull'appuntamento elettorale - che, per la prima volta in molti anni, abbiamo la possibilità di introdurre un certo equilibrio politico nelle istituzioni europee. Istituzioni governate per decenni dallo stesso gruppo politico, a prescindere da chi avesse vinto le elezioni".

Serve, insomma, la nascita di una "opposizione" al gruppo dirigente di Bruxelles. Senza la comparsa di un'alternativa all'Occidente resterebbero poche speranze. Ma Legukto, per sua stessa ammissione, rivela di non nutire ottimismo nei confronti del futuro europeo.

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