La schiacciante vittoria di Donald Trump alle recenti elezioni negli Stati Uniti rappresenta la migliore occasione che potesse presentarsi per l'Europa e il mondo intero. Mentre i leader europei riflettono sulle implicazioni di un secondo mandato di Trump, sarebbe opportuno ricordare quanto accaduto durante il suo primo mandato: nessuna nuova guerra, Vladimir Putin tenuto sotto controllo, una Nato rifinanziata e rivitalizzata, e un Occidente rafforzato nella capacità di affrontare minacce condivise da Mosca, Teheran e Pechino. Considerati i fallimenti degli ultimi quattro anni nel dissuadere attori come Putin e gli Ayatollah, i leader europei dovrebbero vedere l'elezione di Trump non come una minaccia, ma come un'enorme opportunità per garantire maggiore prosperità e sicurezza ai loro cittadini. La vittoria di Trump, prevedibilmente, è stata accolta con reazioni esagerate dai principali media europei. Da Bruxelles a Berlino, i titoli di giornale hanno descritto la sua vittoria come un presagio di sventura, paventando lo sfaldamento delle alleanze e l'erosione delle norme democratiche. Le Monde ha dipinto la rielezione di Trump come una minaccia per la Nato e la cooperazione transatlantica, mentre Bild l'ha definita «l'ultimo segnale d'allarme per il governo tedesco». Questa retorica sensazionalista ignora la realtà: durante il suo primo mandato, il pragmatismo di Trump ha spinto i leader europei ad assumersi responsabilità che hanno giovato non solo alle loro nazioni, ma all'intera alleanza transatlantica. Parlare di smantellamento della Nato è ridicolo: Trump comprende bene quanto questa organizzazione sia fondamentale per la sicurezza degli Stati Uniti.
La politica estera di Trump, spesso criticata dall'establishment, si è dimostrata chiara, forte e, soprattutto, efficace. Durante il mio mandato come Segretario di Stato, è stato un privilegio contribuire a ottenere quei risultati. A differenza delle vuote promesse e concessioni che hanno caratterizzato le amministrazioni precedenti, Trump ha riportato una verità fondamentale nelle relazioni internazionali: la pace si garantisce con la forza, non con la debolezza. Sfortunatamente, negli ultimi quattro anni, con l'amministrazione Biden, si è tornati a una diplomazia improntata a teorie di deterrenza inefficaci. I prossimi quattro anni offrono all'Europa un'occasione unica per ricostruire la propria sicurezza e riconquistare un vantaggio strategico sui formidabili avversari.
Alcune sfide rimangono invariate. Come ho sottolineato da Segretario di Stato, i Paesi europei per troppo tempo hanno trascurato il finanziamento delle loro difese, lasciando la Nato pericolosamente dipendente dai contribuenti americani, mentre ignoravano le minacce sul fianco orientale del continente. L'insistenza di Trump sulla «condivisione degli oneri» non era solo una promessa elettorale, ma un campanello d'allarme per gli alleati. Il risultato? Una Nato più preparata e coesa, con un aumento delle spese militari nei Paesi membri, che ha contribuito a dissuadere Putin per quattro anni. Purtroppo, questa risolutezza si è persa durante il mandato di Biden. La vittoria di Trump offre all'Europa un'occasione cruciale per correggere la rotta e accelerare il progresso raggiunto nel suo primo mandato.
L'Europa deve inoltre abbandonare strategie diplomatiche fallimentari che hanno rafforzato attori ostili come Putin. Il gasdotto Nord Stream 2, simbolo della miopia strategica europea, ha solo aumentato la dipendenza energetica del continente dalla Russia, minando gli sforzi di deterrenza. Durante il mandato di Trump, gli Stati Uniti sono stati il più forte partner dell'Europa nell'opporsi a questo errore. Una nuova amministrazione Trump intensificherà questa leadership, offrendo all'Europa la possibilità di emanciparsi dal ricatto energetico di Mosca, abbandonare l'insensata agenda green che impoverisce i cittadini e approfondire le partnership con nazioni affini, come gli Stati Uniti.
La politica di Trump non si limiterà all'Europa. L'aggressività dell'Iran in Medio Oriente continua a minacciare la sicurezza dell'economia globale, di Israele e delle nazioni del Golfo. La campagna di massima pressione di Trump ha dimostrato che la forza, non l'accomodamento, è la chiave per frenare le ambizioni di Teheran. Gli storici Accordi di Abramo sono stati un risultato significativo dei nostri sforzi diplomatici. Al contrario, i tentativi di rientrare nell'accordo sul nucleare iraniano durante l'amministrazione Biden, accompagnati da una politica di appeasement verso Teheran, sono stati errori storici che hanno condotto ad attacchi come quelli del 7 ottobre. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca offre un'opportunità per correggere queste storture. L'Europa deve decidere se schierarsi con gli Stati Uniti per impedire all'Iran di ottenere armi nucleari o rimanere complice del suo arricchimento nucleare e delle sue attività terroristiche.
Infine, la crescente sfida posta dal Partito Comunista Cinese richiede un'unità totale dell'Occidente. La Cina ha infiltrato i mercati europei, soffocato il dissenso e usato l'iniziativa Belt and Road per affermare la propria supremazia. Trump ha compreso questa minaccia e adottato misure audaci per contrastarla. Una nuova amministrazione Trump non vacillerà nel suo impegno a fronteggiare Pechino, e l'Europa deve fare lo stesso. Fortunatamente, il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni si è affermata come una leader cruciale nella lotta all'influenza cinese, e sono fiducioso che continuerà a guidare l'Italia e l'Europa sulla strada giusta. Insieme, possiamo proteggere il mondo libero dalle ambizioni espansionistiche del Partito Comunista Cinese.
I leader europei devono scegliere: aggrapparsi alle strategie fallimentari del passato o abbracciare la promessa di una
partnership rinnovata con gli Stati Uniti sotto la guida di Trump. Allineandosi alla sua visione di forza e prosperità, l'Europa può affrontare le sfide del nostro tempo e garantire un futuro migliore ai suoi cittadini.Mike Pompeo
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