Eitan, nonno materno arrestato e scarcerato per rapimento nipote

Il nonno materno di Eitan, il bambino unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, è stato arrestato e subito scarcerato. Tornerà in Israele in serata

Eitan, nonno materno arrestato e scarcerato per rapimento nipote

Il nonno materno di Eitan Biran, il bambino unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, è stato arrestato e subito scarcerato. Lascerà l’Italia e tornerà in Israele. Shmuel Peleg, 54 anni, è stato arrestato questa mattina dai poliziotti della squadra Mobile di Pavia dopo essere atterrato all'aeroporto di Malpensa, alle 11.50, raggiunto da un mandato di arresto internazionale per il rapimento del nipote, cittadino italiano di 7 anni.

Gli agenti lo aspettavano a Malpensa

L’uomo, che sapeva di non poter rientrare nel nostro Paese dopo quanto era accaduto l’11 settembre del 2021, quando aveva rapito e portato a Tel Aviv il piccolo Eitan a bordo di un volo privato, si è consegnato alle forze dell'ordine. Peleg aveva infatti deciso di portare il nipotino in Israele senza avvertire la zia del bimbo, sua affidataria. Appena sceso dall’aereo il 54enne è stato preso in consegna dagli agenti e portato davanti al giudice per essere sottoposto all'interrogatorio di garanzia. Al termine dell'udienza, durata circa 3 ore, il giudice per le indagini preliminari ha sostituito la custodia cautelare in carcere con "il divieto di dimora nei territori di Pavia, Milano e Varese che dovrà lasciare entro 48 ore successive alla emissione del provvedimento e non potrà fare rientro in tali territori senza la preventiva autorizzazione e divieto di avvicinamento al minore senza preventiva autorizzazione".

Cosa ha detto davanti al giudice

La procura di Pavia ha anche reso noto che Peleg lascerà in serata l'Italia per fare rientro in Israele. Durante l’interrogatorio il nonno di Eitan si è difeso affermando: "Pensavo di avere diritto di poter stare con mio nipote, di aver fatto una cosa lecita. Il piccolo è sempre stato bene con me, non l'ho mai nascosto, appena siamo arrivati a Tel Aviv ho informato subito la zia Aya e le autorità locali". Peleg, difeso dall’avvocato Paolo Sevesi, ha quindi ribadito ancora una volta ciò che aveva già detto in precedenza, quando aveva sempre respinto l’accusa di aver rapito il nipote. Da mesi, sull’uomo pendeva l'ordinanza di custodia in carcere emessa dai magistrati di Pavia e un mandato d'arresto internazionale, come riferito dallo stesso legale che lo assiste insieme alla collega Sara Carsaniga. "Si è presentato stamani spontaneamente a Malpensa", ha precisato Sevesi.

Lascerà l'Italia in serata

Allo scalo di Malpensa c’erano ad aspettarlo sia i legali che gli agenti della Squadra mobile per eseguire il fermo. Si è trattato in pratica di una procedura concordata. L’avvocato ha poi aggiunto che il suo assistito “è stato, poi, subito portato dall'aeroporto in Tribunale, davanti al gip senza manette e per tre ore ha fornito spiegazioni su tutto, compresi gli aspetti affettivi e sentimentali di questa vicenda". La difesa ha quindi chiesto la revoca o la sostituzione della misura cautelare e il giudice ha sostituito il carcere con il divieto di dimora a Pavia, Milano, Varese e di avvicinamento a Eitan senza previa autorizzazione. Per il 54enne è stata applicata la stessa procedura seguita anche per il suo presunto complice, Gabriel Abutbul Alon. In seguito alla chiusura dell'inchiesta a luglio a carico dei due, si procede ora alla richiesta di processo.

Secondo i pubblici ministeri di Pavia, Peleg e Abutbul avrebbero rapito il piccolo, che aveva allora 6 anni,"prelevandolo dal domicilio stabilito dall'Autorità giudiziaria italiana", a Travacò Siccomario, comune in provincia di Pavia, "sottraendolo alla tutrice" Aya Biran, ovvero la zia paterna.

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