Valori di emissione di sostanze inquinanti superiori rispetto a quanto dichiarato nell'omologazione del mezzo, è proprio per chiarire sospetti di questo genere che sono scattate nelle ultime ore delle indagini approfondite da parte del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Torino, che sta sottoponendo a perquisizione le sedi di alcune società appartenenti al gruppo Fca (Fiat Chrysler Automobiles).
Proprio da parte di Fiat Chrysler, come spiegato dal segretario nazionale Uilm (Unione italiana lavoratori metalmeccanici) e responsabile del settore auto Gianluca Ficco e dal segretario generale della Uilm della Basilicata Marco Lomio erano arrivate delle buone notizie negli scorsi giorni, visto che, nonostante la grave crisi economica in atto nel nostro Paese, tutti i dipendenti impiegati nello stabilimento di Melfi avevano ripreso la propria occupazione tornando a lavorare a pieno regime. "L'avvio della produzione delle Jeep Renegade e Compass ibride a Melfi è la dimostrazione che il piano industriale di Fca per l'Italia procede spedito verso la nuova frontiera della elettrificazione nonostante la crisi", dichiarano i rappresentanti Uilm. "Grazie alle nuove produzioni il 18 luglio sono rientrati a lavoro tutti i 7.400 dipendenti di Melfi. Questo è il risultato di un piano industriale coraggioso, di un rinnovato impegno di Fca in Italia che sfida la crisi, ma anche della professionalità, degli sforzi e dei sacrifici dei lavoratori", aggiungono Ficco e Lomio, con la speranza che anche dopo l'estate si possa "proseguire con una produzione a pieno regime".
È invece delle ultime ore la notizia delle perquisizioni avviate su decisione della procura della Repubblica di Torino ed affidate alle Fiamme Gialle nei confronti di società controllate proprio da Fca. Il reato ipotizzato è quello di frode in commercio, per aver installato sui modelli di alcune automobili dei dispositivi di controllo di emissioni di Co2 non conformi agli standard europei. Tali veicoli, in condizioni reali di guida, produrrebbero infatti una percentuale di sostanze inquinanti superiore a quanto dichiarato e rilevabile in sede di olologazione.
Un'indagine estesa anche oltre i confini nazionali, tanto che la guardia di Finanza collabora anche con la procura di Francoforte, la quale si occupa di rilevare irregolarità nel mercato tedesco. Le investigazioni, che coinvolgono anche la Svizzera, sono coordinate a livello internazionale grazie alla collaborazione di Eurojust.
"Fca conferma che in alcune sedi europee del Gruppo si sono svolti alcuni accertamenti da parte dell'autorità giudiziaria nell'ambito di una rogatoria internazionale richiesta dalla magistratura tedesca", rivela in un comunicato ufficiale un portavoce di Fiat Chrysler, che ci tiene a sottolineare la piena collaborazione di Fca.
"L'azienda si è subito messa a disposizione degli inquirenti e ha fornito ampia collaborazione negli accertamenti. Fca sta esaminando i relativi atti per potere chiarire ogni eventuale richiesta da parte della magistratura", si legge ancora nel comunicato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.