Nel caso dell’omicidio di Nada Cella c’è stata una telefonata anonima che torna oggi a essere particolarmente significativa. L’audio con la registrazione della telefonata è stato diffuso agli organi di informazione dalla Polizia di Stato, a seguito dell’autorizzazione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova.
La telefonata in questione risale al 9 agosto 1996, poco più di tre mesi dopo l’assassinio di Nada. La diffusione è volta a ritrovare la supertestimone: di questa telefonata è stato accennato durante l’ultima puntata di “Chi l’ha visto?”, in cui si è parlato brevemente di una persona desiderosa di restare anonima, che avrebbe visto, poco distante dal luogo dell’omicidio, una donna con le mani sporche di sangue.
“L’ho vista che era sporca - si sente nella telefonata, mentre una donna parla con una forte intonazione genovese - ha infilato tutto nel motorino. Io l’ho salutata, non m’ha guardato. Quindici giorni fa l’ho incontrata in carruggio, che andavo alla posta, non mi ha nemmeno guardata, è scivolata di là, verso sera”. Dall’audio si può supporre che la testimone conoscesse l'identità della donna che ha visto quel giorno.
L’indagata del caso Nada Cella
Nada Cella è morta il 6 maggio 1996, dopo essere stata colpita sul posto di lavoro da un ignoto assassino. Nada era impiegata come segretaria in nello studio di un commercialista a Chiavari, Marco Soracco, il quale, appena giunto al lavoro e trovata Nada agonizzante, ha allertato immediatamente i soccorsi, che tuttavia non hanno potuto salvarla nonostante gli sforzi.
Le indagini sono state riaperte di recente e c’è un’indagata. Si tratta di Anna Lucia Cecere, oggi 53enne che, al tempo, aveva 28 anni, faceva l’insegnante e pare frequentasse saltuariamente il datore di lavoro di Nada. Nei giorni scorsi a Cecere è stato sequestrato il motorino: il ciclomotore, ritrovato in un garage a Boves, in provincia di Cuneo, dove la donna vive con il marito, è lo stesso che la donna usava quando viveva a Chiavari negli anni ’90.
Nei giorni scorsi, Soracco ha definito “superficiale” la conoscenza con Cecere. L’uomo ha ricordato come non avesse mai pensato che Cecere avesse qualche tipo di trasporto verso di lui, come poi invece gli fu rivelato da qualcuno.
"Una conoscenza solo superficiale - ha detto il professionista a LaPresse - Ricordo che mi venne presentata da un conoscente come persona che frequentava. La incrociavo solo ogni tanto per strada. Dopo il delitto non l'ho più vista solo alcuni giorni dopo i fatti arrivò una telefonata che mi lasciò interdetto, ma non faceva riferimento all’accaduto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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