Escort di lusso col pos: tremano 200 clienti

Duecento i professionisti che tremano per l’indagine condotta dalla squadra mobile di Venezia. Molti clienti sono già stati ascoltati

Escort di lusso col pos: tremano 200 clienti

Tanti i clienti di escort di lusso che stanno ora tremando in provincia di Venezia. Si parla di oltre duecento. Molti di loro sono già stati ascoltati dalla squadra mobile di Venezia, coordinata dal dirigente Giorgio Di Munno, che sta indagando su un giro di escort nei club di San Donà e Quarto d’Altino, l’Arabesque e il Game Over. Venerdì scorso un blitz ha portato al fermo dei gestori e degli organizzatori delle due case a luci rosse. Cinque le persone indagate che verranno ascoltate dagli inquirenti.

Oltre 200 i clienti

Una parte dei clienti è già stata ascoltata, altri verranno sentiti nei prossimi giorni. E naturalmente non staranno passando un bel momento: tutti, o quasi, sono sposati e fidanzati, con compagne ben all’oscuro della loro doppia vita. Dal mese di marzo a oggi, secondo quanto emerso, sarebbero più di 200 i nomi di professionisti e imprenditori coinvolti nell’inchiesta aperta per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione dal sostituto Federica Baccaglini. I due club sarebbero dovuti essere solo dei locali di lap dance e spogliarelli, invece, secondo quanto emerso, erano posti dove trovare, senza problemi, sesso a pagamento.

Escort pagate tramite pos

I costi delle prestazioni potevano andare dai 150 euro chiesti sul posto al ragazzino di turno, fino ai 1500 euro pagati da clienti di un certo livello residenti in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. In questi ultimi casi le ragazze venivano accompagnate da un autista nel luogo dell’appuntamento, dove avrebbero anche passato la notte con il facoltoso cliente, sia che fosse una casa privata o la camera di un albergo. I pagamenti avvenivano tramite carta di credito. Era proprio l’autista a presentarsi con un pos portatile e a riscuotere il pagamento dei 1500 euro che venivano quindi accreditati sui conti dei locali a luci rosse. Per le escort una percentuale del 50-60% sulla cifra. Alcune di loro a fine mese si ritrovavano uno stipendio che si aggirava intorno ai 7-8mila euro.

La squadra mobile ha scovato i contatti di questi clienti molto affezionati sui cellulari dei gestori dei due locali. Due sono finiti dietro le sbarre: Matteo e Federico Vendramello, fratelli di 40 e 44 anni. Tre invece ai domiciliari: Michaela Hobila, romena di 35 anni, addetta alla logistica per le giovani prostitute, Lorenzo Borga, 70enne di San Donà e Ugo Bozza, 66 anni, di Portogruaro. Circa cinquanta le ragazze che si prostituivano.

Tutte sono risultate assunte regolarmente con altre mansioni, ovviamente. Sembra che il lavoro dei locali fosse aumentato ultimamente in concomitanza con la chiusura di alcuni luoghi di incontro in Slovenia.

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