Giocate da qualche centinaio di euro ed effettuate a distanza ravvicinata in diverse agenzie, ma tutte calibrate per evitare che le vincite superassero i mille euro, la soglia oltre la quale è obbligatorio identificarsi per riscuotere al banco: è questo uno degli indizi che ha fatto scattare l'allarme tra i bookmaker italiani per le puntate su un cartellino rosso durante Napoli - Frosinone di sabato scorso. Un trucco che farebbe pensare a un sistema organizzato intorno all'espulsione del calciatore Mirko Gori, con i Monopoli di Stato che, come risulta ad Agipronews, hanno avviato la segnalazione all'Unità Informativa Scommesse Sportive (Uiss) del Ministero dell'Interno, con la Procura Federale della Figc che ha già aperto un fascicolo sul caso.
In particolare a far scattare l'allarme nelle agenzie - apprende ancora Agipronews - sarebbero state una serie di scommesse "spezzettate" nelle agenzie, per aggirare i controlli di identificazione sulle vincite, ma tutte concentrate a pochi minuti una dall'altra e con un volume di gioco complessivo da 15 mila euro (con vincite potenziali da oltre 50 mila euro), su una giocata - l'espulsione di un giocatore - di solito utilizzata da scommettitori "occasionali". Scommesse da qualche centinaio di euro l'una a una quota di circa 3 volte la posta (di solito su questo tipo di gioco la puntata media non va oltre i 5 o i 10 euro, puntati per "sfizio") per non superare la soglia di mille euro in vincita, che richiede anche per la riscossione di identificare il giocatore in agenzia.
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