La signora Biontech, Katalin Karikó, è certa che la prossima estate riusciremo a tornare a una vita normale. La 65enne è oggi uno degli scienziati più importanti al mondo, ed è nata in una cittadina dell’Ungheria, Kisújszállás, a circa 100 chilometri da Budapest, con ben pochi agi, sembra che la sua casa non avesse neanche l’acqua corrente e l’elettricità. Nonostante questo, come riportato da Repubblica, in una intervista ha detto: “Ero una bambina felice. Mio padre faceva il macellaio e mi piaceva guardarlo lavorare, osservare le viscere, il cuore degli animali, forse è da lì che è nata la vocazione scientifica”. Adesso vive vicino a Filadelfia.
Chi è Katalin Karikò, la signora Biontech
Dopo aver studiato Biologia nel suo Paese, nel 1985 ha conseguito il dottorato negli Stati Uniti, dove si è poi trasferita definitivamente. Negli anni novanta elaborò terapie e vaccini che si basavano sull’Rna messaggero, ma nessuno la seguì nei suoi studi, come da lei ammesso: “Ricevevo una lettera di rifiuto dopo l'altra da istituzioni e aziende farmaceutiche quando chiedevo loro dei soldi per sviluppare questa idea”. Adesso invece sia Biontech che Moderna, due dei principali produttori del vaccino anti Covid, hanno ricevuto milioni di euro per i loro vaccini che utilizzano proprio la molecola in questione.
L’Rna è una molecola che entra nelle nostre cellule e ne legge il Dna, in questo modo riesce poi a dare la possibilità alle stesse cellule di produrre le proteine necessarie. L’idea di Karikò era quella di iniettare nell’organismo un messaggio di Rna, così da portare le cellule del paziente a produrre la proteina necessaria alla guarigione.
Negli anni novanta, per curare le patologie andava invece di moda la terapia genica che si basava sulla modificazione permanente del Dna. Ma modificare il Dna si è visto con il tempo che può portare a mutazioni anche letali, durante le sperimentazioni morirono infatti alcuni pazienti. Due i problemi per i vaccini basati sull’Rna messaggero: non riuscivano a produrre abbastanza proteine e potevano generare un’importante infiammazione dovuta al sistema immunitario.All'inizio solo rifiuti, poi la svolta
Karikò divenne poi ricercatrice all’University of Pennsylvania, ma continuò a ricevere rifiuti. Fino a quando conobbe Drew Weissman, scienziato appena giunto dal team di Anthony Fauci, e che voleva scoprire un vaccino per combattere l’Aids. Weissman prese nel suo laboratorio la Karikò, per provare a trovare la cura utilizzando l’Rna messaggero. Nel 2005 scoprirono insieme che modificare anche solo una lettera nella sequenza dell’Rna impediva lo svilupparsi di una infiammazione. Weissman e Karikò brevettarono le loro tecniche che vennero cedute per 300mila dollari dall'Università della Pennsylvania all'azienda Cellscript. I diritti sui brevetti vennero poi acquistati da Moderna, appena nata, che in pochi anni ricevette centinaia di milioni di dollari di capitale privato, di questi ben 420 milioni da Astrazeneca.
Anche un’azienda tedesca, la Biontech, acquistò alcuni brevetti dei due scienziati, sempre sull’Rna modificato, per trovare un vaccino contro il cancro.Karikò venne assunta nel 2013 dalla Biontech e ne diventò presidente.
La scienziata, che ha ricevuto la prima dose del vaccino qualche giorno fa, ha spiegato che “il vaccino protegge solo 10 giorni dopo la prima dose, quando la protezione è dell'88,9%. Con la seconda dose aumenta al 95%. Abbiamo fatto prelievi di sangue ai vaccinati nei test clinici e creato repliche di tutte le varianti del coronavirus esistenti. Il sangue di questi pazienti, che contiene anticorpi, è stato in grado di neutralizzare 20 varianti mutate del virus”. Karikò è certa che “questi vaccini ci tireranno fuori dalla pandemia. In estate probabilmente potremo tornare in spiaggia, alla vita normale. E con più di 3.000 morti al giorno negli Usa, non ho dubbi che la gente si vaccinerà. Soprattutto gli anziani”. La scienziata capisce però che molte persone abbiano dubbi, ma ha assicurato che dei prototipi si usano da oltre 10 anni e si sono dimostrati sicuri. Uno dei fondatori di Moderna ha anche proposto che venga assegnato il premio Nobel a Karikò e Weissman, ma la scienziata ha detto di non averne bisogno e che non si è montata la testa. Del resto, quella era anche la previsione di sua mamma, quando ancora era una giovane donna che viveva e studiava in Ungheria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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