Dopo l'incredibile vicenda del liceo Righi di Roma dove una professoressa, vedendo in classe una studentessa vestita con una maglia sopra l'ombelico intenta a ballare per un video da postare su Tik Tok, le ha chiesto senza mezzi termini "Ma che stai sulla Salaria?", un'altra situazione probabilmente ancor più assurda è avvenuta al liceo Orazio della Capitale, dove un docente ha scritto sulla propria pagina facebook "Oggi facciamo una preghiera, anche laica, per tutti quelli che mandano le figlie a scuola vestite come troie! Preghiamo insieme!".
"Mi dissocio completamente"
Il prof in questione insegna filologia classica al liceo Orazio, nel quartiere romano di Montesacro, e ha un contratto a termine: come si legge su Repubblica, si occupa anche dell'insegnamento di italiano, latino e greco quando si tratta di coprire buchi dovuti alla mancanza dei colleghi. Il post sta già circolando velocemente e non mancano le prime reazioni: la prima ad esserne colpita è stata la preside dell'Istituto, Maria Grazia Lancellotti, che dopo aver sottolineato la competenza del docente (per ora rimasto anonimo) nelle proprie materie, è allibita da tale linguaggio pubblicato sui suoi profili social. "Mi dissocio completamente dalla frase, di cui ero totalmente all'oscuro. Ci sono modi e modi di esprimere un pensiero".
"Inaccettabile"
Contro le parole del docente è intervenuto anche il "Collettivo studentesco Orazio" che, con una nota, ha specificato che nel 2022 e in un contesto scolastico "è inaccettabile un così inadeguato uso delle parole, peraltro da parte di un professore, che dovrebbe istruirci e aprirci la mente e invece esprime i suoi pensieri sessisti e retrogradi. Siamo stufi di pregiudizi del genere, mirati a svalutarci come studenti ed individui, come se il nostro abbigliamento fosse causa e ritratto del nostro intelletto". Dopo essersi conto di aver creato infinite polemiche e aver messo a repentaglio la sua stessa professione, il professore ha fatto una specie di retromarcia precisando le parole utilizzate su Facebook. "Pensieri che sono stati oggetto di eccessive reazioni istintive e che sono fonte di facili incomprensioni".
I rischi: procedimento penale e licenziamento
Sicuramente, quanto scritto per provare a rettificare il pensiero iniziale (senza riuscirci), non servirà al prof. quanto si profila all'orizzonte. Intervistato da Repubblica, il presidente dell'Associazione presidi di Roma, Mario Rusconi, ha sottolineato la grave scorrettezza per quanto scritto dall'insegnante sui social e "dovrebbe essere sospeso dall'insegnamento". La sospensione, però, potrebbe essere il minore dei mali perchè in questo caso c'è il rischio di un procedimento disciplinare che può portare dalla rimozione dell'incarico fino al licenziamento ma, tecnicamente, anche gli estremi per un procedimento penale o disciplinare se la procura della Repubblica lo riterrà opportuno.
"Fatti di questo tipo - sottolinea Rusconi - hanno una rilevanza forte. Un insegnante, uscendo da scuola, non si spoglia del suo ruolo".
Insieme alla vicenda del Righi si sta aprendo la necessità di un diverso sistema per reclutare e valutare i docenti. "Non basta superare un concorso per diventare buoni insegnanti e imparare come si insegna, serve una preparazione specifica che al momento non c'è", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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