Foggia, l'ex parlamentare dell'Udc resta ai domiciliari

Si tratta di Angelo Cera, arrestato insieme al figlio Napoleone lo scorso 17 ottobre. Il figlio è tornato in libertà il 22 novembre. Per il padre, invece, è stata rigettata dal gip la richiesta di revoca dei domiciliari

Foggia, l'ex parlamentare dell'Udc resta ai domiciliari

È stata rigettata la richiesta di revoca degli arresti domiciliari per Angelo Cera da parte del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Foggia.

Si tratta dell'ex parlamentare dell'Udc arrestato il 17 ottobre scorso insieme al figlio, Napoleone Cera consigliere regionale con i Popolari. Il padre, in particolare, avrebbe esercitato presunte pressioni sui dirigenti del consorzio bonifica di Capitanata per l’assunzione di alcune persone a lui vicine.

I due avvocati dell'ex parlamentare avevano chiesto al gip la revoca dei domiciliari in quanto le esigenze cautelari sarebbero venute meno da quando Cera si è dimesso dall’incarico di coordinatore provinciale del'Udc e ha revocato il contratto di affitto dei locali usati come segreteria politica.

Per il giudice, però, le dimissioni dall'incarico politico e la revoca dell'affitto non scagionano Cera. Per il magistrato, come si legge sul quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno", ci potrebbe essere il rischio di una "recidiva nella misura in cui fu lo stesso Cera, nell’interrogatorio di garanzia, ad affermare e rivendicare una concezione della politica fatta 'per la gente tra la gente'" e questo esula dalle successive dimissioni e revoca di un contratto di affitto.

Dicevamo, Angelo Cera è stato arrestato lo scorso 17 ottobre insieme al figlio che è tornato in libertà lo scorso 22 novembre.

Padre e figlio erano coinvolti in tre inchieste giudiziarie, una che riguardava il consorzio di bonifica di Capitanata e due la Asl di Foggia. In una di queste erano coinvolti anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l'assessore regionale al welfare, Salvatore Ruggeri ed il direttore generale della Asl di Foggia, Vito Piazzolla.

I Cera erano accusati di tentata concussione. Avrebbero fatto pressioni sul presidente, sul direttore generale e sul direttore dell'area tecnica del consorzio affinché assumessero persone a loro vicine. Questo, nonostante il consorzio non avesse la necessità di nuovo personale.

​Per quanto riguarda, invece, le due inchieste sulla sanità, una riguardava l'internalizzazione del servizio del Cup, il centro unico di prenotazioni della Asl, gestito da una ditta esterna. Azienda nella quale, secondo l'accusa, erano impiegati vari conoscenti dei Cera. I due politici avrebbero esercitato pressioni sul direttore generale della Asl, Vito Piazzolla, anche lui indagato, per evitare l'internalizzazione e continuare a far gestire il Cup alla ditta esterna in modo da garantire il posto di lavoro ai loro conoscenti.

Per questa inchiesta il gip ha, però, rigettato la richiesta di arresto. Rigettato l'arresto anche nella terza inchiesta su una presunta corruzione per favorire nella nomina a commissario dell'Asp di Chieuti una persona vicina ai Cera.

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