Fonzie: "Renzi chi? Conosco solo Berlusconi"

Henry Winkler, ex protagonista di Happy days, non sa chi sia il nuovo premier italiano: "Ma se è bravo e acuto, può fare strada..."

Fonzie: "Renzi chi? Conosco solo Berlusconi"

“Ehiii...!”. Quando Henry Winkler risponde al telefono capisci subito che non ha mai smesso i panni di Arthur Fonzarelli. Eppure, ne è passato di tempo da quel 1984, ultimo anno della famosa serie tv Happy days. Adesso Fonzie ha appeso la giacca di pelle al chiodo e si è dedicato alla scrittura. Già, chi l’avrebbe mai detto: Henry Winkler è diventato un romanziere di successo. Ha scritto 26 libri per bambini, vendendo oltre tre milioni di copie negli Usa. Romanzi divertenti che hanno come protagonista Hank Zipzer, un brillante ragazzino dislessico che supera con tenacia le sue disavventure scolastiche. Dislessico proprio come Henry. Ma i tempi del ciuffo, del pettine e della famiglia Cunnigham sono più vivi che mai. Specialmente da quando Matteo Renzi si è fatto più volte immortalare col famoso giubbotto di pelle e con quella faccia da spaccone semiserio.

Come sei arrivato a intraprendere la strada della scrittura?

“Una persona cara mi aveva suggerito di scrivere libri per bambini per affrontare il mio problema, ma all’inizio credevo di non farcela perché ho sempre avuto problemi di apprendimento e pensavo di essere stupido. Questa persona me l’ha riproposto qualche tempo dopo e a quel punto ho accettato la sfida. Ho capito che ci doveva essere un altro modo di risolvere il problema che non doveva essere per forza il metodo tradizionale. Così mi sono messo con la mia partner e iniziato a scrivere: io camminavo per la stanza e dettavo, lei sedeva al pc e scriveva”.

Tu hai scoperto di essere dislessico in età adulta. Ti ha procurato problemi sul lavoro?

“Sì, leggere la pagina a freddo era molto difficile, quindi dovevo sempre avere il copione in anticipo e impararlo a memoria il più velocemente possibile e improvvisare il resto. A volte funzionava, altre volte il regista mi obbligava a recitare quello che c’era scritto e io dovevo leggerlo molto lentamente in modo da non saltare neanche una singola parola, quindi perdevo più tempo rispetto a chiunque altro”.

Insomma, Fonzie soffriva di dislessia...


“La dislessia non è una sofferenza, è una parte di te, è ereditaria, danneggia l’immagine che hai di te, va a colpire la tua autostima e quando vedi che chi ti sta attorno legge, scrive e parla senza problemi ti fa stare male e tu rimani sempre un po’ indietro”.

Che ricordo hai della tua infanzia?

“Non ho imparato molto a scuola, lì mi limitavo ad ascoltare tantissimo, leggere per me era difficilissimo, ho letto il primo libro quando ero adulto”.

Sarai pure uno scrittore, ma nell’immaginario collettivo resterai per sempre Fonzie e nessuno dimenticherà mai Happy Days


“Neanche io mi dimenticherò mai dei tempi di Happy Days. Li adoro ancora adesso. Fonz è stato un personaggio bellissimo da interpretare e gli altri attori per me sono stati una famiglia meravigliosa con cui ho passato dieci anni della mia vita”.

Perché secondo te ha avuto così tanto successo un telefilm ambientato negli Usa negli anni '50?


“È una bella domanda, sinceramente non lo so, ma andrebbe chiesto a tutti gli spettatori perché in centinaia di paesi Happy Days ha raggiunto il suo obiettivo. Mi hanno dato il Telegatto, sono stato premiato dalla Regina di Inghilterra, dal governo francese, è una cosa fantastica per una commedia che durava venti minuti”.

È stato un peso essere così tanto legato a un personaggio importante come Fonzie?

"No, anzi. La cosa più importante di Fonzie era la sua umanità, non era solo un bullo, ma era leale con gli amici e comunque era anche fragile e ogni tanto lasciava emergere questo lato più vulnerabile. Penso che la gente amasse - e ami ancora - il personaggio nel suo complesso, sia il lato da duro, sia quello più umano".

Fonzie non ci riusciva mai, invece Henry Winkler riesce a dire “Ho sbagliato?”


“Quella lì è stata una trovata dello sceneggiatore e comunque Fonzie in qualche occasione e solo con qualcuno della famiglia Cunnigham, penso a Mrs Robinson, ammetteva in qualche modo i suoi sbagli. Non è lo stesso per Henry invece. Io nella mia vita, sin da quando ero bambino, ho capito l’importanza di dire mi dispiace. Il mondo non ti crolla addosso se ammetti di aver sbagliato".

Happy days
è un mito della generazione nata tra gli anni 70-80'. I gesti, i modi e gli stili sono entrati nell'immaginario collettivo in Italia, e da pochi giorni anche al governo perché è diventato premier un politico di 39 anni, il più giovane della nostra storia...

"Ah, non lo sapevo, congratulazioni!"

Eh, aspetterei a dirlo. Comunque, tu conosci Matteo Renzi?

"Chi?"

Matteo Renzi
...

“Ho sentito parlare di Berlusconi, ma di Renzi non ancora”.

Invece lui, in qualche modo si ispira a te. Ha posato per un settimanale italiano con maglietta bianca e giubotto di pelle in stile Fonzie. Che effetto ti fa? (domando mentre gli chiedo di guardare la foto in questione).

“Wow".

Che ne pensi?


"Sembra fantastico”.

Anche The Guardian e Times hanno riproposto il paragone Renzi-Fonzie.


“Vedi, se hai la buona volontà e le migliori intenzioni verso il tuo popolo e per il tuo paese, non importa quale maglietta o giubbotto indossi"

Insomma, Fonzie alza il pollice per Renzi?

“Se lui è bravo, acuto e intelligente e sa quello che vuole, può fare strada e rivelarsi una brava persona"

Ti disturba che la tua immagine venga accostata alla politica?


“Capita sempre (dice quasi con rassegnazione, ndr). Ormai ci sono abituato. Nonostante siano passati 30 anni l’immagine di Fonzie è dappertutto e tutti ancora oggi mi chiedono di lui”.

Ma non pensi che la politica sia una cosa un po’ più seria della commedia?

“No. Penso che l’importante sia occuparsi del proprio paese. Siamo d’accordo su questo?”

Sì.


"Ecco, allora bisogna ammettere che non importa quale strada prendi per arrivarci, purché fai gli interessi del tuo paese. Se qualcuno si ispira a Fonzie o si sente come lui, io posso solo esserne contento perché chi riesce a far sorridere e chi ha un buon senso dello humor come lo aveva Fonzie avrà anche un buon senso di umanità".



E chi non ha humor?

“Le persone che non sanno ridere sono quelle di cui non bisogna fidarsi”.

Speriamo solo che alla fine il sorriso non sia amaro…

(Ha collaborato Giovanni Masini)

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