Forza Laura

Quando ieri abbiamo letto la notizia, ci siamo sentiti come qualcuno svegliato da un allarme antincendio.

Forza Laura

Quando ieri abbiamo letto la notizia, ci siamo sentiti come qualcuno svegliato da un allarme antincendio. Effetto strano. Perché, in un passato (perfino recente), Laura Boldrini ci ha dato «grandi soddisfazioni», in termini di spunti polemici e distanziate risse cartacee. Oggi le chiediamo: ce ne dia un'altra, di soddisfazione: vinca lei. Contro quel diavolo che le corre dietro, contro l'intervento, le cellule disobbedienti, la paura (soprattutto quella) e la riabilitazione che ne seguirà. Vinca lei. Forza Boldrini che stavolta le siamo accanto. Davvero. Non sapevamo, che a furia di bisticciare a distanza ci sarebbe risultata vicina. E invece... Il suo annuncio sui social ci è arrivato dentro dritto. Ci ha piegato la bocca all'amaro perché è colato a picco senza preavviso né fasi intermedie. L'aria fredda di quella confessione ha sconfitto il caldo di qualsiasi lite. Questo schifo di malattia ha scatenato un raffinato effetto collaterale: siamo dalla sua parte, ovviamente. Con lei che in questi «giorni di accertamenti» avrà calpestato avanti e indietro odiosi pavimenti di linoleum consumando l'attesa: sono passi in cui ci si dimentica l'andatura; con lei che si è dovuta sentir spiegare ciò che temeva, con lei che racconta di avere una sacrosanta paura, con lei che a poche ora dall'intervento (ieri) ha voluto sparire da tutti assieme a sua figlia e pochi altri. Le sarà arrivato il gelo nelle ossa, un attimo prima di reagire e di decidere di avvisare il mondo e di essere cocciuta nella lotta e di farla fuori, questa battaglia. Immaginiamo la sera prima, la cena muta ad arrotolare la pasta con la forchetta svogliata. E a farsi domande. Tutte le domande. E a farsi coraggio. Tutto il coraggio di cui è capace. Ma la sappiamo capace. Anche se troppe volte l'abbiamo guardata di traverso, senza simpatia. Oggi ce l'ha tutta, per quel che può servire. A se stessa servirà soprattutto lei. E basterà. Vedrà che basterà. Aveva un tono diverso da sempre nel post dell'altro giorno. E adesso abbiamo l'insopportabile sospetto di non averla capita mai. Mai prima. Perciò conterà solo il dopo. Che è dove l'aspettiamo. Faccia in fretta e si riprenda tutto. Si scordi presto di quando scriveva: «Dopo giorni e giorni di accertamenti è arrivata la notizia che più temevo, che ogni persona maggiormente teme. Purtroppo la malattia fa parte della vita, ma non si è mai pronti ad affrontarla. Penso che chiunque al mio posto avrebbe paura. Al tempo stesso però ho una grande fiducia in chi mi opererà e ho anche la determinazione di combattere per ritornare presto alla normalità della mia vita». Ecco l'incubo che ci ha messo in bella copia. Quasi con tono materno. Non glielo avevamo mai sentito. Quasi a preoccuparsi di quelli a cui parla, prima che di lei. Proprio mentre brancola in questa nebbia opaca.

Forza Boldrini, l'aspettiamo. Per conoscerla di nuovo. Per ripartire da dove il destino ha solo provato a interromperla. Torni in fretta a offrirci «soddisfazioni polemiche» e intanto ci dia la più importante: vinca lei!

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