Francia, dare del gay a un parrucchiere non è più reato

La Francia ha emesso una sentenza difficile da accettare per gli omosessuali. I parrucchieri non possono offendersi se vengono chiamati gay

Francia, dare del gay a un parrucchiere non è più reato

Riempire di insulti omofobi un parrucchiere non è più reato perché "in quel settore lavorano tanti gay".

La Francia ha emesso una nuova sentenza nell'ambito delle unioni civili. Rivolgere con appellativi omofobi a un parrucchiere omosessuale "non è reato" perché questo settore è pieno di gay. Questo è il succo della sentenza del Tribunale del lavoro di Parigi che con il suo comunicato ha scioccato la Francia. Le associazioni per la parità dei diritti hanno promesso un'azione legale. Intanto sui social network è scattata la protesta degli omosessuali.

La sentenza è stata emessa a seguito di un caso specifico che riguarda un parrucchiere parigino. Nel 2014, l'uomo era impiegato in prova in un salone di bellezza e durante l'orario di lavoro aveva ricevuto, per errore, un sms dal suo capo. Nel messaggio c'era scritto: "Non lo terrò a lavorare, domani lo avverto. Non mi sento a mio agio con lui: è un PD". ('PD' è un termine volgare francese per indicare gli omosessuali, corrispondente al nostro frocio).

Il giorno dopo il ragazzo veniva licenziato. Ritenendosi vittima di una discriminazione legata all'orientamento sessuale, il giovane ha così deciso di portare in tribunale il suo datore di lavoro, convinto di poter vincere. Ma così non è stato. O almeno non come credeva lui. Ha sì ottenuto un risarcimento di 5mila euro per danni morali, ma la sentenza non ha posto l'accento sulla condotta discriminatoria del suo datore di lavoro.

Secondo i giudici francesi, infatti, il termine "PD" utilizzato in quel preciso settore, "non ha valenza discriminante". In quanto, secondo i giudici francesi, "i parrucchieri assumono regolarmente gli omosessuali nei saloni".

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