Souvenir di una tragedia. È accaduto all'Hotel Rigopiano, luogo tristemente noto alle cronache per la valanga che travolse e uccise 29 persone il 18 gennaio del 2017, dove due turisti hanno trafugato dalla sala biliardo dell'albergo tre giochi da tavolo. Poi hanno immortalato l'impresa con un selfie, a memoria futura di uno sciacallaggio che sembra non avere limiti. "Il furto è un'assoluta bassezza", ha commentato a Il Messaggero Alessio Feniello, papà di Stefano, il 28enne colpito al petto da una trave che si era staccata dal soffitto della struttura durante la slavina.
Il furto
Risale a martedì mattina. Una coppia di turisti, 22 anni lei e 23 lui, si è introdotta all'interno dell'Hotel Rigopiano e, dopo aver rovistato un po' qua e là tra le macerie, ha ben pensato di trafugare dalla struttura alcuni giochi da tavolo. Gli ultimi rimasti in quel cumulo di polvere e pietre dove hanno perso la vita 29 persone; 11 i superstiti alla valanga di neve. Poi, il selfie "di rito" con tanto di bottino in bella mostra: un Monopoli e altri due giochi. A notare la coppia è stato il maresciallo comandante della stazione carabinieri forestali Parco di Farindola che, durante un pomeriggio libero dagli impegni di lavoro, era andato a camminare nella zona panoramica alle falde del Monte Siella, versante nord orientale del Gran Sasso d'Italia. L'agente ha intuito sin da subito la malefatta dei turisti - non è una novità da quelle parti - provvedendo ad allertare i colleghi della stazione di Castelli, cittadina nota per la produzione di ceramiche, e quelli della compagnia di Penne. La coppia, arrestata in flagranza di reato, è stata rimessa libertà incassando una denuncia per furto.
Le reazioni
Non è la prima volta che l'Hotel Rigopiano sia preso d'assalto da malintenzionati. Talvolta si è trattato semplicemente di estimatori del dark tourism (turismo dell'orrore), persone desiderose di calcare luoghi di stragi e tragedie. Delle altre, invece, di vero e proprio sciacallaggio. Come quando, a novembre di tre anni fa, il curatore fallimentare della società proprietaria dell'hotel aveva messo all'asta scorte di vino, pezzi di ceramiche di Castelli e arredi del centro benessere. L'area attorno all'albergo è sorvegliata mediante un rete capillare di telecamere.
Ma a quanto pare il cattivo gusto di speculare sul dolore altrui non conosce né limiti né resistenze. I familiari delle vittime, ancora in cerca di giustizia per i loro cari, sono attoniti: "Quello è un luogo sacro. - dicono - Rispetto per 29 angeli".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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